Un vecchio detto calcistico inglese recitava «have goals, will travel». Faccio gol, sono disposto a trasferirmi. Derivava dagli annunci di ricerca lavoro dei quotidiani, in cui gli inserzionisti pubblicizzavano le proprie capacità e si dicevano disponibili a lavorare ovunque, e un attaccante del Newcastle United degli anni Sessanta, Ron McGarry, portava sempre con sé biglietti da visita con quello slogan: perché comunque chi fa gol è sempre ambito, e troverà spesso una nuova squadra. Ma che succede se il tuo mestiere è quello di impedirli, i gol? Succede che puoi trovarti a giocare in 15 squadre in 10 anni, un record.
È la storia di Michael Hector, 27enne difensore centrale dal 2015 sotto contratto con il Chelsea. E da quel 2015 è andato in prestito in quattro squadre, senza mai giocare un minuto con i Blues: Reading, Eintracht Francoforte, Hull City e, lo scorso anno, Sheffield Wednesday. Nell'estate del 2016 Hector era stato convocato da Antonio Conte per la tournée in Austria e Stati Uniti, ma era poi andato a Francoforte a metà agosto, con espulsione al debutto in Coppa di Germania contro il Magdeburgo, e il Chelsea si era allontanato. Nulla di nuovo, per lui: entrato nel settore giovanile del Reading nel 2009, a 17 anni, era andato in prestito in 11 squadre nell'arco di sei anni, giocando però in modo continuo solo nel Barnet (quarta serie) nel 2011-12 e nell'Aberdeen nel 2013-14. Le ottime prestazioni con il Reading nel 2014-15 gli avevano procurato il contratto con il Chelsea, ma da lì è ripresa la serie di movimenti estivi. Stavolta pareva fatta, con il ritorno definitivo allo Sheffield Wednesday, dove lo scorso anno era stato votato miglior giocatore ed era diventato un idolo dei tifosi, o il passaggio al Fulham: ma per motivi legati al Financial Fair Play i Cottagers potevano pagare il Chelsea solo dopo l'arrivo del pagamento da parte del Tottenham per Ryan Sessegnon, e quando quest'ultima trattativa è andata per le lunghe è saltato tutto.
Ora, iniziato l'ultimo anno di contratto, il giocatore resterà al Chelsea senza giocare, ma alla fine il Fulham lo avrà a gennaio. E lì, per una volta, Hector spera di mettere radici. Anche perché, a parte qualche problema disciplinare sul campo, ha sempre avuto il cuore di inserirsi al meglio nelle varie squadre: ad Aberdeen, ad esempio, era rimasto solo per sei mesi prima di essere richiamato a Reading che era a corto di difensori, ma a marzo era andato alla finale di Coppa di Lega scozzese per tifare per i suoi ex compagni di squadra, alla fine vittoriosi. Se andrà via e farà del Fulham il suo sedicesimo club, Hector chiuderà comunque la sua carriera al Chelsea con più anni di contratto di alcuni dei titolari, ma zero presenze.
Una situazione bizzarra come quella di Tomas Kalas, il difensore ceco ceduto il mese scorso al Bristol City: era ai Blues dal 2010 e dunque il giocatore di maggiore anzianità della rosa, ma era pressoché
sempre andato in prestito. Fosse rimasto, l'estate prossima avrebbe avuto diritto a un testimonial, la partita d'onore del decennale con il medesimo club. Come un Terry o un Lampard, ma con sole quattro presenze in nove anni.
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