Milano - Inter-Roma è la partita di Mourinho, che però la squalifica spedisce in tribuna. Ma è anche la partita di Dybala, per tre mesi nerazzurro annunciato e invece oggi stella giallorossa, in dubbio ma nemmeno troppo, dopo il forfeit pre-sosta e poi la lunga e inutile parentesi con l'Argentina, Roma-Stati Uniti e ritorno, senza un minuto giocato e con l'ansia di sapere come sta. La Joya è rientrato ieri mattina da New York ed è filato direttamente a Trigoria: una sgambata più che un vero allenamento, ma zero problemi apparenti. La rifinitura di stamane dovrebbe consegnarlo a Mourinho, ma un velo di dubbio rimane.
Mourinho contro l'Inter è storia già vista 3 volte nella scorsa stagione. Ha sempre vinto Inzaghi. La squalifica anche stavolta consegna all'uomo del Triplete la scusa per non parlare: non l'ha mai fatto prima di incrociare il suo passato, dribblando ovvie domande sui sentimenti, che avrebbero potuto in qualche modo inquinare il mood «giallorosso dentro» che lo anima dacché è arrivato a Roma.
Mourinho come vitamina per Inzaghi, Dybala come rimpianto. L'avvio di stagione nerazzurro è stato pessimo, ben più di quanto dica la classifica, che poi a guardarla è al momento la cosa migliore dell'Inter, ché nonostante 3 sconfitte in 7 partite (lo scorso anno furono 4 in 38) ha solo 2 punti in meno del Milan e 5 delle capolista Napoli e Atalanta. La sfida con la Roma ha un'importanza assoluta e le premesse per Inzaghi non sono tra le migliori. Lazio, Milan, Udinese, ma persino Torino, nonostante la vittoria: ogni volta che l'asticella delle difficoltà si è alzata, l'Inter ha sofferto. Guai a scivolare ancora, soprattutto contro un altro avversario diretto. E Dybala in tal senso è un problema in più.
L'Inter l'aveva sostanzialmente preso, o per lo meno bloccato. Poi però non è arrivata la maxi-offerta per Martinez, e quindi Dybala è stato tenuto in parcheggio per almeno un mese. C'è stata l'opportunità di cedere Correa, ma qui filtra dall'Inter che sia stata la volontà di Inzaghi a imporsi: meglio il Tucu della Joya, e così Dybala è finito alla Roma, l'unica altra squadra che l'abbia davvero cercato, col confessato corteggiamento dello stesso Mourinho, in prima persona. Un avvio folgorante e per l'Inter carico di rimpianti (4 gol e 2 assist in 8 partite giocate su 9), soprattutto se sovrapposto al rendimento sempre modesto di Correa, in linea con quello già deludente nella scorsa stagione. Una scelta (Dybala? No grazie, mi tengo Correa) che rischia di pesare su Inzaghi, quando arriverà il giorno di giudicare il suo percorso in nerazzurro (Dybala acquistato a zero, sarebbe stato l'oggi, ma anche il domani).
Per il resto, detto che Lukaku non dovrebbe farcela nemmeno per martedì (Barcellona a San Siro), c'è solo da capire (oggi?) se sarà subito Asllani a sostituire l'infortunato Brozovic (ben che vada, non rientra prima di Juventus-Inter del 6
novembre) o se invece il recupero di Calhanoglu rimanderà ulteriormente il lancio del giovane centrocampista, fin qui mai utilizzato da Inzaghi. Scelta che deve necessariamente nascondere una ragione a tutti sconosciuta.
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