Inzaghi, niente Lu-La. L'Inter ha il coraggio di non nascondersi

Il tecnico ammette lo stato di grazia dei suoi. Una sfida che per lui vale doppio. Inizia con Dzeko

Inzaghi, niente Lu-La. L'Inter ha il coraggio di non nascondersi
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L'Inter entra nel derby da favorita, Inzaghi ringrazia e non si nasconde. «Ogni partita fa storia a sé, ci sentiamo pronti per questo appuntamento». E in effetti, la sveglia suona per l'Inter nel momento migliore. Il campo dirà se è anche quello giusto. Di certo, Inzaghi può scegliere, mentre Pioli è senza il suo giocatore migliore. «La questione Leao non condizionerà il nostro piano partita»: è il ponte che il tecnico nerazzurro getta oltre i problemi del Milan. «In questi 20 mesi, abbiamo giocato il derby già 7 volte: le squadre si conoscono bene e non possono esserci segreti».

I precedenti recenti dicono Inter, che di queste 7 partite ne ha vinte 5, comprese le ultime 2, perdendo però forse quella più importante, perché il derby di ritorno dello scorso campionato, avrebbe di sicuro chiuso la questione scudetto, schiacciando il Milan, sotto all'intervallo, dove non sarebbe più riuscito a risalire (-10 in classifica).

Ed è ancora con la mancata vittoria di quello scudetto che Inzaghi è costretto a fare i conti, anche alla vigilia dell'Euroderby che vale un posto in finale. Eppure sono stati Marotta (e Zhang) a rinnovargli il contratto, dopo lo scudetto perso. Gli stessi che oggi sarebbero ancora pronti a esonerarlo, nonostante la semifinale raggiunta. Per questo, la sfida al Milan vale molto per l'Inter e moltissimo per Inzaghi. «Sappiamo perfettamente quanto valga questa doppia partita, ma per chi perderà, la stagione non sarà un fallimento», chiosa piccato l'allenatore. Restano le 11 sconfitte in campionato ad armare i suoi detrattori, che resistono anche all'interno del club. Certo, magari erano quelli che un mese fa pensavano a Chivu Al momento dei bilanci, sarà giusto pensare al mancato secondo scudetto, ma anche agl'introiti della Champions, prima ancora che delle coppe e coppette, che sembrano contare solo per gli altri.

Due gli assenti nell'Inter: il lungodegente Skriniar, già parigino anche nell'animo, e il convalescente Gosens, che stamane prova per la panchina e verrà di certo buono sabato contro il Sassuolo, per dare fiato a Dimarco. «Anche a Riad ci mancavano due giocatori, Brozovic e Lukaku, che non abbiamo avuto per 4 mesi, quando ci sono mancate rotazioni importanti». Sembra che Inzaghi abbia infine scelto Brozovic e Dzeko, vedremo se sarà effettivamente così. Si tratta di due scelte in contraddizione fra loro, ma poco conta se nella testa del tecnico sono quelle migliori. Brozovic ha giocato da titolare 4 delle ultime 5 partite, di cui le ultime 3 consecutive. Per la logica del turnover dovrebbe quindi toccare a Calhanoglu, che di fila ne ha giocate solo 2.

Vedremo. Niente Lu-La, almeno all'inizio, anche se Lukaku sembra in forma migliore di Dzeko, 3 gol e 3 assist nelle ultime 4 partite. Dzeko però ha riposato 90 minuti a Roma e qui invece la logica della rotazione prevale.

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