Come cambiarsi la vita in una ventina di giorni. Filippo Celli sa come si fa, nell'estate sulle montagne russe che lo ha portato a diventare il volto nuovo del golf italiano. Entrato nelle giovanili dell'Olgiata Golf Club di Roma a 13 anni, il classe 2000 ha conquistato il titolo Europeo dilettanti a Valencia lo scorso 25 giugno. Un successo che gli è valso un biglietto in prima classe per la Casa del Golf: i leggendari Links di St. Andrews, in Scozia, dove il 17 luglio si è portato a casa la Silver Medal come miglior dilettante in gara nello storico 150° anniversario del British Open. Una doppietta riuscita in passato a campioni del calibro di Rory McIlroy, non a caso idolo di Filippo, con la quale Celli ha scritto una pagina di storia del golf azzurro, diventando il secondo italiano dopo Matteo Manassero (nel 2009) a portarsi a casa il prestigioso riconoscimento.
Europeo amateur e Silver Medal: un'estate da favola.
«Dopo aver vinto l'Europeo ero al settimo cielo, soprattutto perché sapevo che sarei stato invitato al 150° British Open. Un sogno diventato realtà, in più sono riuscito anche a prendermi la Silver Medal di miglior dilettante: un'esperienza straordinaria».
Così è arrivata la doppietta: come l'idolo McIlroy.
«Sapevo che Rory, con cui ho avuto la fortuna di giocare qualche buca in prova campo a St. Andrews, aveva conquistato l'Europeo amateur e la Silver Medal al British Open. Sarebbe bello seguire le sue orme, anche se parliamo ovviamente di un grandissimo campione, che sta facendo la storia del golf. Spero che questi traguardi rappresentino un punto di partenza. Sono consapevole che la strada è ancora lunga, e che devo continuare con l'atteggiamento che mi ha portato fino a qui: umiltà, tanto lavoro e quella voglia di giocare per divertirmi che rappresenta un aspetto da non dimenticare mai».
Taglio passato davanti a Tiger Woods e al campione uscente Morikawa: sensazioni?
«Ero sicuramente soddisfatto per essere ancora in gara, anche se la concentrazione era talmente alta che non ho dato neppure troppo peso al fatto di essermi lasciato alle spalle leggende di questo calibro. Al tempo stesso, però, sapevo di essere ancora a metà dell'opera: ho cercato di rimanere sereno, per giocarmi le mie chance fino in fondo».
A proposito di grandi campioni: due giri insieme a Darren Clarke.
«Provo molto rispetto nei suoi confronti, anche se senza presunzione dico che non ho cercato di rubargli qualche segreto del mestiere perché è uno di quei giocatori che rappresentano una scuola un po' superata dall'approccio moderno al golf. Indubbiamente, però, è stata una esperienza preziosa poter condividere 36 buche con un campione come lui».
Dopo Manassero nel 2009, un'altra Silver Medal azzurra targata coach Binaghi.
«Sono certo che questo risultato abbia rappresentato una bellissima emozione anche per il mio coach. Alberto è una persona fantastica, mi ha aiutato molto anche grazie all'esperienza vincente del 2009 con Manassero. Ricevere il messaggio di congratulazioni di Matteo è stato emozionante. Con lui c'è un bel rapporto di amicizia, ma prima ancora viene la mia enorme stima nei suoi confronti, per i risultati che ha raggiunto e per quanto ha saputo fare per il nostro golf. Sono onorato di essere il suo successore italiano nell'albo d'oro della Silver Medal, e sono certo che presto tornerà a competere per i traguardi che gli competono».
Il British Open ha ridato entusiasmo al golf azzurro.
«Purtroppo in questa stagione i nostri grandi giocatori non sono riusciti a performare ai loro livelli, ma da parte mia non posso che essere orgoglioso per aver contribuito, insieme alla splendida prova di Francesco Molinari, a ridare slancio al nostro movimento. La presenza a St. Andrews del presidente Chimenti mi ha reso molto felice, spero che i nostri risultati siano di buon auspicio verso un 2023 in cui ci aspetta la storica Ryder Cup a Roma».
Prossimi obiettivi?
«Dopo qualche giorno di riposo sarò impegnato nello US Amateur a metà
agosto, poi tornerò in Texas per ricominciare i programmi con la mia università. Ma non ho intenzione di stare fermo: dopo un giorno di relax il richiamo del campo è stato troppo forte, e sono subito tornato a praticare».
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