Mark Iuliano ha disputato ben nove stagioni in Serie A con la maglia della Juventus mettendo insieme 278 presenze complessive impreziosite da 7 reti. L'ex difensore bianconero ha anche messo in bachecha diversi titoli come quattro scudetti, tre supercoppe italiane, una coppa intercontinentale e una supercoppa europea. La Juventus di Andrea Pirlo non sta dominando in Serie A e Iuliano, in esclusiva per ilGiornale.it, ha parlato a 360° della lotta scudetto, ha elogiato il Milan di Stefano Pioli, affrontato il tema sullo scontro Agnelli-Conte ritornando anche sul famoso contatto con Ronaldo nel 1998.
Iuliano, si aspettava un campionato così equilibrato e incerto?
"Sinceramente sì perché la Juventus ha cambiato allenatore e poteva anche starci dopo nove anni di dominio che ci fosse una pausa, una flessione e per la legge dei grandi numeri ci sta. La Juventus è sempre squadra a se e non lo dico perché ho giocato lì e perché sono tifoso: è la sua storia a parlare chiaro. Il Milan per ora ha fatto bene e si merita di essere al primo posto, anche quando ha perso non ha mai fatto una tragedia e ha sempre guardato alla partita successiva e al bicchiere mezzo pieno. Diciamo che hanno ragionato un po' come fanno alla Juventus. Maldini sta facendo molto bene, è stato un grande giocatore e ora diventerà un grande dirigente. Poi c'è l'Inter che ha il dovere di vincere questo campionato perché ha una squadra e una rosa fortissima...I nerazzurri hanno un allenatore davvero forte e dunque capiamoci: se non lo vince è un fallimento".
Il covid ha inevitabilmente reso la stagione particolare. Che idea si è fatto in merito?
"Questo è indubbiamente un campionato non logico, falsato per tante ragioni. L'assenza di pubblico ha influito e influisce molto sui risultati. Si gioca ogni tre giorni, ci sono infortuni, contagi e i giocatori non possono rendere al meglio non avendo nemmeno potuto fare una preparazione adeguata. Non capiterà mai più una cosa del genere, almeno mi auguro, e diciamo che ci siamo abituati a tutte queste anomalie"
Chi vincerà scudetto?
"Io da juventino spero la Juventus (ride; ndr). Però devo dire la verità, sarei per il Milan perché se lo merita. Ha una squadra giovane ed è forse quella che lo merita di più. Poi ripeto, per me l'Inter ha il dovere di vincere questo campionato".
Cosa ne pensa del litigio tra Conte e Agnelli?
“E che ti devo dire? (ride; ndr). Non c’èro e dunque è difficile dare un giudizio. Tra l'altro non me n’ero nemmeno accorto... Io con Antonio ci ho giocato 8 anni, mentre con Andrea ci sono cresciuto, è una persona seria è un Agnelli nel vero senso della parola. Andrea è anche tifoso della Juventus ed è duqneu caldo, Conte è invece il figliol prodigo, lo è stato da calciatore e da allenatore ha riportato la mentalità vincente alla Juventus dopo anni duri. La scelta di lasciare nel 2014 è stata dura da dirgerire per tutti ed è rimasta qualche scoria. Ora allena l'Inter e questa non è mai una sfida banale, c'è sempre tensione. Non mi sento di giudicare, diciamo che non è stato un bello spettacolo ma posso comprendere. Posso solo dire che sono due persone eccezionali"-
La Champions League manca da troppi anni in casa Juventus: è l'anno buono?
"La Champions è una competizione difficile. Diciamo che è una delle favorite alla vittoria. Mettiamola così: come l'Inter ha l'obbligo di provare a vincere il campionato anche la Juventus ha l'obbligo di provare a vincere la Champions anche se non sarà facile".
Chi ha la rosa più forte della Serie A?
"La Juventus ha sicuramente una grande rosa, c'è CR7 che fa ancora la differenza a 36 anni. Però anche l'Inter ha una squdra eccezionale. Ci sono Kolarov e Vidal che sono due grandi giocatori nonostante l'età e che facevano la differenza nei rispettivi club fino a poco tempo fa. L'unico grande equivoco resta Eriksen e io non me ne capacito, davvero. Christian è un giocatore incredibile, tecnico, intelligente e non capisco come mai non si riesca a inquadrarlo. O non è nella squadra giusta, oppure questo non è il suo campionato
Tornando allo scontro dello Stadium, Moratti ha dichiarato che lui da presidente dell'Inter non ha mai insultato un allenatore della Juventus:
"Questa è una battuta da leggere tra le righe... (sorride; ndr). Moratti è una persona così intelligente, e perbene che non ha mai fatto dichiarazioni a sproposito nemmeno quando era arrabbiato. Ha dato amore all'Inter, ha investito tanto e alla fine ha vinto. Non potrei mai dire qualcosa di male su di lui".
Lo scontro Ibrahimovic-Lukaku è stato enfatizzato troppo?
"Assolutamente sì, sono normali schermaglie che nascono e muoiono in campo. Io ho litigato con tanti in campo, per me sono cose normali, solite diatribe che finiscono in un secondo perché quando ti tengono gli altri è più facile fare il bullo (ride; ndr). Noi, ai miei tempi, eravamo tremendi prima, durante e dopo ma era altro calcio che un po' manca. Questo sport è cambiato molto rispetto a tanti anni fa anche nel modo di concepirlo. Gioco spezzettato, falli fischiati ogni due per tre, rigori assurdi per falli di mano involontari e nonostante ci sia il Var ci sono polemiche".
La Serie A sta pian piano guadagnando appeal e consensi: merito dei grandi campioni?
"Certo, l'avvento di gente come Cristiano Ronaldo ha sicuramente dato una sterzata. Il ritorno di Ibrahimovic e l'ingresso di tanti altri calciatori forti sta finalmente facendo tornare in auge il nostro calcio anche all'estero cosa che fino a qualche anno fa purtroppo non avveniva".
Dopo Juventus-Inter sono tornate a galla le solite schermaglie tra tifosi e qualcuno ha anche rievocato il famoso contatto Iuliano-Ronaldo. Dopo quasi 23 anni se lei fosse stato l'arbitro avrebbe concesso il rigore all'Inter?
"Ormai rispondo a questa domanda da 22 anni (ride; ndr). Non facendo e non avendo mai fatto l'arbitro non so risponderti. Io sinceramente nella mia carriera da giocatore ho visto falli, o presunti tali, simili o addirittura identici al contatto tra me e Ronaldo e la maggior parte delle volte non hanno mai concesso il rigore. Se la partita non fosse stata Juvnetus-Inter non si sarebbero mai ricordati di quel rigore. I tifosi nerazzurri si ricordano e recriminano per quella partita perché alla fine hanno perso il campionato ma se andiamo ad analizzare la due rose c'era un divario tecnico importante.
Noi pure abbiamo perso a Perugia uno scudetto eppure non ci siamo minimanente lamentati perché l'abbiamo gettato via noi ma se quella partita la rigiocassimo 20 volte non perderemmo mai. Nel 2002 toccò all'Inter con il 5 maggio e fummo fortunati noi. Io penso che le chiacchiere stiano a zero: alla fine vince sempre chi ha la squadra più forte e i valori escono sempre fuori".
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