Juve a caccia di record vuol battere pure Capello

A Parma può migliorare i punti (93) dell'ex allenatore in un anno solare Conte: "Meglio vincere i trofei veri"

L'allenatore della Juventus, Antonio Conte
L'allenatore della Juventus, Antonio Conte

Torino - Già campione d'inverno. Qualificata per gli ottavi di Champions League e i quarti di Coppa Italia. Con la Supercoppa italiana vinta ad agosto. E con 41 punti in classifica, che sono gli stessi necessari l'anno scorso per tagliare davanti a tutti il traguardo di metà stagione. Signore e signori, ecco a voi la Juventus schiacciasassi: impegnata stasera a Parma contro il Cagliari a causa di una delle infinite pecche del nostro sistema calcio e non solo. Sulla carta, non c'è storia. Mica per altro: nell'attuale stagione, contro le provinciali, la banda di Conte ha collezionato undici vittorie su undici partite. Non ha mai sbagliato, insomma, a differenza di dodici mesi fa quando nel girone di andata aveva collezionato cinque pareggi contro squadre di seconda fascia.
Ecco: siccome dagli errori c'è chi riesce a imparare, la Juve attuale ha deciso di fare la voce grossa soprattutto contro le piccole. Il risultato è chiaro e non ammette discussioni perchè, oltre a una classifica splendente, ci sono dati che non ammettono repliche: 10 soli gol incassati in 17 partite - di cui tre nella sconfitta interna con l'Inter -, la porta di Buffon imbattuta in ben 9 occasioni (oltre il 50%, quindi), otto reti in più segnate (36 contro 28) e via di questo passo. Difficile pensare che lo scudetto possa sfuggire, essendo l'Inter a meno 7 e le altre ancora più indietro, rallentate da varie vicende.
Contano pure i precedenti: il platonico titolo di campione d'inverno è già stato bianconero 25 volte e in 19 occasioni è arrivato quello vero a fine stagione: fa il 76%. Scusate se è poco. «A giocatori e società regalo un Oscar da condividere - ha detto Conte -. Ma se a fine stagione non alzeremo un trofeo vero, di questo mezzo titolo non ce ne faremo nulla».
Verissimo. Però la Juve domina in lungo e in largo da mesi al punto che, conquistando tre punti anche stasera, raggiungerebbe quota 94 in tutto il 2012(inteso come anno solare calcistico): mai nessuno ha fatto meglio. Nel 2005 la Juve di Capello si fermò a 93. Mancando avversari - almeno per ora - bisogna insomma scomodare i grandi del passato per darsi un riferimento e trovare stimoli nuovi. Battere gli altri per battere se stessi o viceversa, poco cambia. Se poi la Juve tenesse questo stesso ritmo per tutto il campionato, chiuderebbe la stagione a 94 punti, ovvero 10 più di quanti ne sono serviti per vincere l'ultimo tricolore. «La sosta natalizia è dietro l'angolo, la valigia è pronta e la mia squadra ha ricevuto elogi sperticati - ha aggiunto Conte -. Il pericolo dell'appagamento esiste, rischiamo di cadere nella presunzione o di avere la testa sull'aereo, ma la nostra crescita passa anche da momenti come questo: sono convinto che i ragazzi mi sorprenderanno in positivo».


Non ci sarà Chiellini - ko per due mesi abbondanti - e potrebbe andare in panchina Vucinic, che accusa un problema a un tendine: in attesa del mercato (Peluso in pole per la difesa, per l'attacco si sfogliano varie margherite ma Drogba pare più che altro un sogno), per il momento la squadra si arrangerà con Caceres e Quagliarella, quest'ultimo favorito su Matri e pronto a essere riabilitato dopo la mezza ribellione di San Siro.
La Juve di Conte vince così, tra carezze e pugni duri.

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