La Juve difende Conte ma non il suo turnover

All'indomani dell'eliminazione dalla coppa Italia per mano della Roma, il plenipotenziario Beppe Marotta mostrò qualche perplessità sul turnover operato da Conte all'Olimpico. Per la cronaca la Juventus affrontò la sfida secca senza cinque titolari: Buffon, Lichtsteiner, Pogba, Lorente e Tevez. I due attaccanti entrarono in campo solo nel finale per rimediare, senza successo, al risultato negativo ormai consolidato. L'amministratore delegato, e probabilmente il presidente Agnelli con lui, si sarebbe aspettato una strategia diversa. «Ma Conte ha carta bianca, se ha deciso di far riposare alcuni titolari, ha le sue ragioni. È lui il pilastro della squadra. In questi anni ha svolto un lavoro straordinario costruendo una squadra quasi imbattibile dalle macerie di due settimi posti consecutivi. Non so quanti ci siano riusciti nella storia della serie A. Siamo anche consapevoli di avere 13-14 grandissimi giocatori e altri 5-6 buoni giocatori. Per questo faremo l'impossibile non solo per acquistare due campioni da inserire in prima squadra, ma anche per potenziare la rosa con giocatori vicinissimi ai titolari. Se vogliamo essere competitivi su tutti i fronti, non c'è alternativa».
La situazione s'è ripetuta l'altro giorno negli ottavi di Europa League con la Fiorentina quando l'allenatore ha deciso di fare a meno di Bonucci, Barzagli, Lichtsteiner, Pogba, Llorente oltre a Tevez rimasto ai blocchi per una infiammazione al tendine rotuleo. Solo a ripresa avviata c'è stato spazio per il cannoniere spagnolo e il centrocampista francese. Ne è scaturito un altro verdetto amaro con la qualificazione da agguantare nel ritorno di Firenze. La societá non ha gradito questo nuovo passo falso in campo europeo, per di più nella competizione che si chiuderà nel bellissimo impianto della Signora. Era logico attendersi qualcosa di più e di meglio nella gara di andata per mettere in cassaforte la qualificazione al turno successivo. Invece la squadra, nonostante l'inserimento di forze fresche, non ha fatto fruttare il dominio del primo tempo e nel secondo ha avuto una flessione evidente. Niente è compromesso, per carità. Ma è chiaro che le cosiddette riserve non sono all'altezza dei titolari. Altrimenti il rendimento fra campionato e coppe non sarebbe così antitetico.
E le statistiche pubblicate ieri proprio da Il Giornale lo testimoniano senza tema di smentita. A rimanerci male, anzi malissimo, è stato per primo Conte al quale Agnelli e Marotta riconoscono di aver valorizzato al massimo gli uomini a sua disposizione. Bisogna solo chiedersi se l'avventura nelle coppe, finora negativa, debba essere continuamente sacrificata sull'altare di un campionato virtualmente vinto per la terza volta consecutiva. Per valorizzare l'immagine oltre i confini e aumentare sensibilmente i ricavi, la Juve deve fare strada in Europa a costo di incontrare qualche difficoltà in più in Serie A. La vittoria in questa edizione di Europa League rappresenterebbe una fiche importante da giocare al tavolo verde della prossima Champions League. Logicamente con Conte in panchina. Su questo punto sono tutti d'accordo.

Agnelli ha difeso il tecnico come un fratello nei procedimenti extra sportivi, Marotta non ne ha mai posto in dubbio l'autonomia (altrimenti, giusto per fare un esempio, non l'avrebbe accontentato con Giovinco), Chiellini non vede una Juve senza di lui. Basta mettersi d'accordo sugli obiettivi.

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