La Juventus orfana di Cristiano Ronaldo va in ritiro

Una settimana alla Continassa in vista di Zenit (domani) e Viola. L'ultima volta portò bene: era il 2015

La Juventus orfana di Cristiano Ronaldo va in ritiro

Quando la Juventus era la (vera) Juventus, il ritiro prepartita veniva spesso addirittura saltato. Adesso, con una classifica a dir poco deficitaria e dopo essere stata sconfitta in rapida successione da Sassuolo e Verona, il ritiro durerà praticamente una settimana intera: da oggi, vigilia del match di Champions contro lo Zenit San Pietroburgo, a sabato, quando sempre allo Stadium arriverà la Fiorentina.

Una decisione del genere non veniva presa da ottobre 2015, sempre con Allegri allenatore: allora portò bene, visto che a fine stagione arrivò lo scudetto. Stavolta chissà: certo, rispetto a sei anni fa, questa Juve non dà l'impressione di essere (mai stata) squadra né probabilmente possiede il talento per immaginare una rimonta del genere. In realtà, a chiunque graviti intorno al mondo bianconero basterebbe per adesso ritrovare un minimo di coesione e un'idea di gioco che sia una: persino Marchisio, dopo il ko di sabato pomeriggio, ne ha sottolineato la mancanza via social. «Ci sono momenti in cui si va in ritiro perché deve servire così il tecnico livornese -. Serve per riposare, non tanto per punizione».

Detto e fatto, allora: tutti al J Hotel. Per ritrovarsi, allenarsi e provare a svuotare la testa dai cattivi pensieri. Certo non sarà facile, né è detto che ci si riesca. Siccome però la stagione è poco più che agli albori, bisogna provarci. E rimettere insieme i cocci: intanto c'è una qualificazione agli ottavi di Champions da mettere in ghiaccio - e fortunatamente per le casse bianconere, non dovrebbe trattarsi di impresa improba , poi ci sarà da dare una sistemata al campionato. Dove le cose saranno certo più complesse, visto che la concorrenza per un posto tra le prime quattro sarà notevole. «Ricordiamoci che siamo la Juve, dobbiamo portare rispetto per questa maglia, per la sua storia e per i grandi campioni che l'hanno indossata», il pensiero di Dybala, tra i pochi a salvarsi al Bentegodi. Predicatore nel deserto, quasi. Senza un partner d'attacco degno di tal nome, visto che Morata si sta confermando troppo leggero e che Kean rimane un punto interrogativo: rimpiangere Ronaldo (101 reti in 134 presenze, l'anno scorso a questo punto erano dieci in sei partite giocate più la mezz'ora di La Spezia) è esercizio quasi banale, ma del resto è stato il portoghese a mollare tutto a pochi giorni dalla fine del mercato e alla società si può rimproverare solo e non è poco - il fatto di non avere preteso chiarezza per tempo in modo da poter correre eventualmente al riparo. Va da sé che segnare di media 1.

36 reti a partita sia troppo poco per una squadra che ambisca al vertice, una squadra che resta comunque quella che ha il più alto monte ingaggi della serie A e il più alto valore dei cartellini dei suoi giocatori. Sopravvalutati, probabilmente: ma chiamati da adesso in poi a salvare l'onore e a riportare Madama per lo meno al quarto posto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica