Dal lancio della monetina... esce una Juve in fuorigioco

Allegri "sorteggia" Rugani ma è la squadra a non convincere: rischia tanto. Il Var nega un gol a Rabiot

Dal lancio della monetina... esce una Juve in fuorigioco

Come può giocare una squadra decisa con il lancio della monetina? Elementare, come la Juventus, o meglio, la Juventus di Massimiliano Allegri. Malinconico pareggio contro la Sampdoria. Nessuna idea di football saggio, sconclusionato il gioco, Bremer a sinistra è una bestemmia che soltanto un allenatore che vive di rendita, oltre che di un sontuoso salario, può mettere in campo e la scelta su Rugani al posto di Gatti, dovuta alla monetina di cui sopra, non risponde alle scelte di mercato ma alla constatazione che nessuno dei due, per la testa del livornese, è un titolare.

Il primo tempo è stata la conseguenza di queste premesse e la Sampdoria ha offerto un'immagine di squadra, creando una colossale occasione da gol grazie alla partecipazione di Bremer vispa Teresa e del resto della comitiva davanti al terrorizzato Perin che ha visto il pallone rimbalzare come nel flipper sulla traversa, in campo, per ritrovarselo imprevedibilmente tra i guanti. Che Juventus è stata quella dei primi tre quarti d'ora? Incomprensibile ma in linea con la squadra di questi ultimi dodici mesi, imbarazzante, per usare un aggettivo morbido, inqualificabile, se si controlla il censo dei suoi dipendenti, compresa la triade che cerca di ripetere la storia della vera triade che fu e che è stata cancellata anche dal museo bianconero.

Vlahovic ha rischiato un autogol, la sua è la solitudine del numero 9, Kostic ha corso cercando inutilmente sodali, in mezzo al campo un football come certe mousse di pasticceria, frulla frulla non c'è nulla. Interessante nell'intervallo le indicazioni fornite da Landucci a De Sciglio, l'uomo del futuro inserito per Alex Sandro, mentre Bonucci, a bordo campo, osservava sconsolato la compagnia juventina provando a scuotere i colleghi, insieme con Padoin (!) e litigando con il quarto uomo, secondo usi e malcostume.

La commedia non è cambiata nella forma, il Var ha cancellato, per off side di Vlahovic, un gol di Rabiot che aveva provocato abbracci e baci tra presidente e vice della Juventus; del francese inutile aggiungere aggettivi oltre a minable nella lingua dei suoi compatrioti; l'ingresso di Miretti per McKennie ha dato maggiore equilibrio, la Samp è apparsa stanca, il ritmo ha stimolato il sonno, il tiro in porta non è previsto nei disegni dell'intrattenitore in panchina; nel finale ha trovato spazio anche Kean, le assenze pesanti di Pogba, Di Maria e Chiesa confermano che alla Juventus i calciatori sono più importanti del gioco che dipende da chi dovrebbe

insegnarlo, spiegarlo, illustrarlo, con o senza il lancio della monetina. Ma contro Allegri Massimiliano, per repertorio scomposto a bordo campo, è una battaglia persa. Venga dunque sabato Mourihno a Torino e si divertirà.

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