Qualcosa è cambiato. Il vento è girato. La vittoria della Lazio contro la Juventus ha fatto immergere i tifosi nell'ottimismo. Quello più sfrenato. A Roma, improvvisamente, si parla addirittura di scudetto. D'altronde, oltre a vincere, la Lazio convince e fa registrare record su record: sono 10 partite di campionato che i biancocelesti segnano almeno due gol. Una striscia simile in casa Lazio non si vedeva dal 1936-37 quando la squadra di Silvio Piola (miglior marcatore della storia della Serie A), si fermò a quota otto gare. Anche per questo, con la Juventus distante solo tre punti (e l'Inter cinque) è normale che i tifosi si lascino trasportare benché società e squadra abbiano ribadito che l'obiettivo è un altro: si pensa solo a chiudere il campionato fra le prime quattro: «Ho la fortuna di essere in questo ambiente da venti anni, nel calcio i giudizi cambiano in fretta - ha spiegato Inzaghi -. Dobbiamo mantenere equilibrio».
L'ambiente Lazio, insomma è spaccato in due: la piazza sogna e trasmette euforia, a Formello si impegnano a tenere i piedi a terra. Nelle radio romane però la prudenza predicata da tecnico e giocatore non attecchisce: i tifosi laziali, di solito pessimisti cronici, chiamano parlando di scudetto, sognando, calendario alla mano (i biancocelesti giocheranno sei delle prossime nove di Serie A all'Olimpico) una cavalcata che possa durare ben oltre queste ultime sette partite nelle quali la squadra di Inzaghi ha fatto bottino pieno. Mai, nella storia della Lazio, si è andati oltre le nove vittorie di fila in campionato.
I biancocelesti ora puntano anche a questo record. A quel punto il vento, che a Roma nelle ultime settimane è cambiato, soffierebbe ancora più forte. Spingendo la Lazio verso lo scudetto. O, a voler essere più cauti, verso la tanto desiderata Champions League.
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