Lippi per Tavecchio La Juve prepara le grandi manovre

L'idea prende corpo durante il premio intitolato a Mario Colantuoni, dirigente colto e ironico d'un calcio rimpianto da tanti, che s'è svolto l'altra sera a Marina di Massa alla presenza d'un parterre d'eccezione. L'ex ct Lippi, in forma smagliante, racconta di non aver chiuso con il calcio: «Mi piacerebbe allenare una nazionale importante e portarla a qualche traguardo di prestigio. La Francia? Beh no. Sarebbe un paradosso dopo la finale mondiale del 2006». E se invece passasse dal campo alla scrivania, come Platini, candidandosi alla presidenza federale? Marotta, l'ad della Juventus, premiato come migliore dirigente italiano, coglie al volo l'opportunità: «Marcello ha tutto per guidare la Figc, è stato in grandi club, ha lavorato all'estero, è conosciuto a apprezzato a ogni livello, di questo ambiente conosce ogni cosa. Potrebbe essere l'uomo giusto. Ci sto». E poi: «Il sistema va rifondato, soprattutto a livello di Lega. Ma chi ha i numeri ha sempre ragione. E noi non facciamo parte della maggioranza». Dato che il dirigente bianconero non parla mai a vanvera, le parole pesano, eccome: dietro l'angolo si profila un competitor importante a Tavecchio.

Il discorso si sposta sulle nazionali di categoria che hanno preso schiaffi su ogni fronte: l'Under 17, l'Under 19 e l'Under 20 non hanno raggiunto le qualificazioni a europei e mondiali; l'Under 21 è rimasta fuori dalle Olimpiadi. «Un'occasione persa - sottolinea Lippi - perché la squadra non aveva nulla da invidiare alle finaliste e, caso abbastanza raro, poteva contare su un gran numero di titolari in A». Durissimo Fascetti, premiato anch'egli: «Spiegatemi perché una rappresentativa così importante è stata affidata a Di Biagio. Ma che gavetta ha fatto? E che meriti aveva?». Più articolato il discorso di Marotta: «Ci vuole un coordinamento fra le nazionali di categoria e i vivai dei club, come è stato fatto in Germania negli ultimi 10 anni. All'Under 21 è mancata lucidità nel momento in cui poteva chiudere il discorso con la Svezia. Grave il fallo di Sturaro».

Giovanni Galli contesta i troppi stranieri: «D'accordo su quelli che fanno differenza, ma gli altri? A cosa servono?».

L'ultimo pensierino porta la firma di Rizzoli, il nostro miglior fischietto: «Noi arbitri sbagliamo come tutti e spesso perdiamo il sonno ripensando a un errore. Ma è ora che dirigenti e allenatori non ci usino come alibi per una sconfitta o una classifica mediocre».

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