Certo, la modestia di Panama a tratti è apparsa persino imbarazzante. Ed è altresì vero che dopo mezz'ora la gara di Nizhny Novgorod era già virtualmente chiusa. Ma nulla toglie che ieri l'Inghilterra abbia scritto una pagina di storia. Mai i Tre Leoni avevano vinto con un punteggio, e un distacco, così ampio in una gara mondiale. E solo in altre due occasioni, vincendo le prime due partite, si erano qualificate al turno successivo così anticipatamente.
Per comprendere l'avvio sprint inglese in questa Coppa del Mondo è giusto anche ricordare che solo una volta, nel '66, l'Inghilterra ha saputo segnare più gol (11, ma in un'intero mondiale) degli attuali 8, messi a segno in appena 180'. Due alla Tunisia, addirittura sei ai debuttanti panamensi. Sotterrati già nel primo tempo, dalle doppiette di Stones e Kane e dal ricamo di Lingard. Una cinquina che ha trasformato la ripresa in un'amichevole agonistica, utile giusto perché Kane entrasse negli almanacchi (terzo inglese a mettere a segno una tripletta, dopo quelle di Hurst contro la Germania nella finale del 1966 e di Lineker contro la Polonia nel 1986), ergendosi a capocannoniere mondiale con cinque reti. Nel finale c'è stato spazio anche per la gloria effimera di Baloy, il terzo marcatore più anziano di un mondiale.
Una distrazione irrilevante ai fini del punteggio, ma mal digerita dal Ct Southgate che evidentemente ha già alzato l'asticella. «Non mi è piaciuto il nostro approccio alla partita e neppure il loro gol - l'analisi spietata del tecnico inglese -. Nel mezzo siamo stati piuttosto bravi, ma preferisco essere iper-critico. La squadra mi è piaciuta più contro la Tunisia». Quando la vittoria era arrivata a tempo scaduto. Non come ieri, mai in discussione. La più larga vittoria di sempre in un torneo internazionale, che proietta gli inglesi in vetta al girone, in attesa dello spareggio di giovedì contro il Belgio. Il primo vero test probante per i Tre Leoni dopo due partite vinte al di là di ogni più rosea aspettativa.
Ma dopo una lunga viglia a fari spenti, ora sarà impossible arginare l'euforia di una intera nazione che è tornata all'improvviso a sperare nell'impossibile. «Non ci monteremo la testa, ma dobbiamo prolungare questo momento.
E dobbiamo credere in noi stessi, perché in ogni ambito della vita, la cosa più importante è la fiducia in se stessi», sferza la truppa Southgate. Che ieri sembra aver risolto d'incanto anche la principale criticità della sua squadra, la penuria sotto porta: in 90 minuti ha segnato quanto in tutte le ultime sette partite mondiali.
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