Mauri, incubo radiazione Tremano Lazio e Genoa

Mauri, incubo radiazione Tremano Lazio e Genoa

L'immagine di Stefano Mauri, che insieme al presidente Lotito bacia la coppa Italia dopo la consegna del trofeo alla Lazio, rischia di essere l'ultimo momento felice del 33enne giocatore monzese nel mondo del calcio. A suo carico si profila, infatti, una lunga squalifica (da un minimo di 4 anni a un massimo di 5 con richiesta di radiazione) in seguito ai deferimenti del procuratore federale Palazzi che prendono le mosse dal quarto filone dell'inchiesta della procura di Cremona e riguardano 8 giocatori (Zamperini, Cassano, Gervasoni, Milanetto, Benassi, Ferrari, Rosati oltre a Mauri) e 3 società (Lazio, Genoa e Lecce). Nel mirino della giustizia ordinaria e sportiva i presunti illeciti di Lazio-Genoa del 15 maggio 2011 e Lecce-Lazio del 22 maggio 2011, curiosamente vinte dai biancocelesti con lo stesso punteggio di 4-2. La combine coinvolgerebbe due figure di spicco nel mondo delle scommesse clandestine: il macedone Hristian Ilievski, ritenuto affiliato a un clan di slavi, e Dan Seet Eng, considerato il re del gioco a Singapore.
La situazione di Mauri, già arrestato nel maggio 2012 con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e successivamente indagato dalla Procura di Berna, è la più delicata perché, al pari di Alessandro Zamperini, è accusato di illecito sportivo per entrambe le partite, violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità, effettuazione di scommesse. In caso di colpevolezza, la sua carriera potrebbe definirsi chiusa. Lo sono già quelle di Zamperini e Gervasoni, squalificati per 5 anni a titolo definitivo: il primo non s'è neanche appellato al Tnas che, strano a dirsi per la vocazione allo scontificio, ha confermato in pieno la pena a carico del secondo. Differenti le altre posizioni: Cassano e Gervasoni rischiano una pena superiore perché incolpati, come Mauri e Zamperini, negli illeciti di entrambe le partite in oggetto. Invece gli altri quattro deferiti rientrano in un solo incontro: Milanetto in Lazio-Genoa, Benassi, Ferrario e Rosati in Lecce-Lazio. Per costoro la sanzione minima va dai 3 ai 3 anni e mezzo, quelli richiesti ai giocatori del Bari in altro filone dell'inchiesta.
E le società? Partendo dal presupposto che il Bari ha patteggiato un punto di penalizzazione, la Lazio ne rischia 3 o 4 in quanto coinvolta in due illeciti, mentre Genoa e Lecce potrebbero cavarsela meglio. Con pedaggio da pagare nel prossimo campionato. La lieve entità è legata al fatto che i club, pur responsabili oggettivamente di quanto accaduto, sarebbero vittime dei ladroni di turno.
Il presidente federale Abete spera che i procedimenti si concludano entro l'inizio dei campionati: «L'obiettivo di avere chiarezza in tempi praticabili non deve costituire un vincolo allo svolgimento dei procedimenti che debbono offrire la massima garanzia a chi è oggetto di accusa perché una compressione dei diritti di difesa non sarebbe accettabile».

Ma i tempi sono strettissimi perché la Disciplinare si riunirà il 24 luglio e la Corte di Giustizia, per problemi di ferie e di personale, si ritroverà probabilmente poco prima di Ferragosto. Il Tnas, che si muoverà secondo le regole passate per il mancato rinnovamento del Coni, dovrebbe pronunciarsi a fine settembre. Ma c'è da chiedersi perché Palazzi s'è preso tanto tempo prima di firmare i deferimenti.

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