Max & Mou, i due messia che hanno tradito Juve, Roma e tutti i tifosi

Costano 7 milioni l'anno ciascuno, non rischiano l'esonero e fin qui hanno offerto solo brutto gioco

Max & Mou, i due messia che hanno tradito Juve, Roma e tutti i tifosi

Sette milioni netti all'uno. E sette milioni netti all'altro. Contratto di quattro anni per Allegri, di tre per Mourinho: nessuno, in serie A, guadagna più di loro. Ma quasi tutte le altre squadre diciamo almeno quelle da metà classifica in su giocano meglio di Juventus e Roma. Avversarie domani, alle prese con una classifica insoddisfacente e soprattutto con la sensazione di essere ancora lontane dallo standard di gioco, chiarezza di idee e anche cattiveria che a questo punto della stagione bisognerebbe attendersi. Scontro tra deluse, allora. Con due allenatori che ovviamente non rischiano nulla sul piano personale leggi possibile esonero ma che settimana dopo settimana convincono sempre meno. Vero anche che sono stati chiamati per costruire (si dice sempre così), vero però che da due mostri sacri del genere ci si aspettano anche progressi tangibili: fatti e non parole, insomma. Invece, anche dopo le partite dell'ultimo turno, Mourinho arrivato all'ottavo stop in campionato in venti partite - non ha trovato di meglio che prendersela con l'arbitro sbeffeggiando pure l'offerta che il Milan gli fece tre anni fa: «Mi fa un piacere enorme aver preso quella decisione. Dopo quello che è successo stavolta (cori e insulti dalla curva rossonera, ndr), sono doppiamente contento di quello che ho risposto ai tempi». Più che legittimo, ci mancherebbe altro. Intanto però la sua Roma non convince, il Diavolo gioca decisamente meglio (senza avere speso chissà quanto sul mercato) e Pioli guadagna all'incirca un terzo del portoghese.

Né sta molto meglio Allegri. Riaccolto come un messia, ma alle prese con una ricostruzione per nulla agevole e una Juve povera di qualità. Il tutto, nonostante il gruppo sia zeppo di nazionali: per di più, il valore di mercato, il costo della rosa e il monte ingaggi sono i più alti della serie A, così come il monte presenze in Champions è all'altezza dei principali club europei. Detto che l'assenza di Ronaldo (81 gol in tre campionati) si sta rivelando pesantissima anche perché le difese avversarie erano ovviamente sbilanciate su di lui qualcosa in più era lecito attendersi: il gioco invece latita (eufemismo), gli strappi di Chiesa sono lampi isolati, l'organizzazione non sempre pare evidente e, insomma, si procede a tentoni. Il fatto che i bianconeri abbiano soltanto l'undicesimo attacco della serie A e siano in questo pari alla Sampdoria grida vendetta: in mancanza di un centravanti vero (Morata non lo è), dovrebbe essere il collettivo a diventare protagonista. Sulla base di uno spartito che invece non c'è: la Juve è infatti soltanto nona per cross, tredicesima per assist, ottava per possesso palla e sesta per tiri a partita.

Numeri da squadra di media classifica, sulla quale la mano dell'allenatore non è ancora riuscita a incidere. Nonostante uno stipendio principesco: più del doppio di quello che prende Spalletti, 14 volte tanto rispetto ad Andreazzoli. Che a Torino, con l'Empoli dei miracoli, ha vinto meritatamente. Giocando bene.

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