Milan, il primo ko è figlio dell'emergenza continua

Pioli non cerca scuse ma non ha mai avuto l'intera rosa a disposizione. Maignan torna a parare

Milan, il primo ko è figlio dell'emergenza continua

Per distinguere i fatti dalle opinioni e nel nostro caso il risultato (prima sconfitta su 13) dalla prestazione, Stefano Pioli non è uscito da Firenze preoccupato. Come appunto gli capitò a La Spezia nel febbraio scorso: allora fu sconfitto sul ritmo senza creare (con Ibra in campo) nemmeno una sola occasione da gol. Perciò il risultato è un conto negativo, quello del gioco espresso invece no. A parziale dimostrazione ci sono i numeri: il Milan, stesso crocevia del torneo, ha 1 punto in più in classifica, ha subito 1 gol in più, pari invece i gol fatti (29). Questo, in sintesi, significa che è sulla stessa traiettoria con un'altra inquietante analogia però: il numero industriale di assenze e infortuni comincia a diventare preoccupante, come avvenne un campionato fa.

Sul fronte gli ultimi aggiornamenti sono i seguenti: Rebic (insulto muscolare durante l'ultimo allenamento prima di Firenze) è perso per almeno un mese, Tomori (colpo all'anca con interessamento di un muscolo della zona) sarà valutato domani, Calabria, Castillejo e Maignan sono ancora fuori lista. Con una precisazione che sta a cuore alla comunicazione del club: il portiere francese, ieri per la prima volta, è tornato a parare dopo l'intervento al polso del 13 ottobre. È sulla strada di un recupero velocissimo (forse in campo a fine dicembre con Napoli e/o Empoli).

Il legame, molto evidente, tra quel ko e questo primo ko, è evidente. Già dopo la sosta di ottobre, capitò il Verona a San Siro, scappato avanti di 2 gol e poi nel finale raggiunto e superato. Quindi c'è una ripetizione del fenomeno: tensione e attenzione allentate durante la pausa per nazionali. Secondo appunto: per l'assenza di Calabria, Maignan, Tomori e Romagnoli (inutilizzabile perché reduce da infortunio anche lui), la scelta di Gabbia - alla prima partita dall'inizio - ha provocato danni sensibili. Basta rivedere sui social il cazziatone col quale Ibra lo apostrofa dopo il primo gol di Duncan per cogliere il sentimento dello spogliatoio: la palla, sfuggita a Tatarusanu, gli rimane tra i piedi senza che riesca a liberare l'area dopo la papera del portiere. Leao è uscito con i crampi a Firenze. Inevitabile visto che per assenza di un ricambio (Rebic) ha dovuto giocarle tutte, senza risparmiarsi e pagando alla fine dazio visto che fa degli strappi il suo punto di forza. Così per Saelemaekers che non ha più avuto né Florenzi (appena rientrato nei ranghi) né Castillejo disponibili a dargli il cambio. Solo Diaz è giustificato: il covid ha lasciato tracce sulla sua elettricità.

Fin qui il Milan e Pioli hanno sempre colmato le lacune con il massimo dell'applicazione e dell'attenzione, specie in difesa. In tredici giornate, il tecnico non ha mai avuto a disposizione la rosa al completo: chi discute le virtù del tecnico è per questo e cento altri motivi fuori strada. Alla lunga, tale condizione, può provocare altri problemi.

A cominciare da mercoledì, col viaggio a Madrid dove - classifica del girone alla mano - non ci sono le premesse per puntare a chissà quale remuntada. Domani più di ieri il campionato dev'essere la sua dichiarata missione.

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