Milan, se le vertigini da alta classifica diventano stress

Pioli polemico sulla corsa scudetto: "Sarebbe giusto che giocassimo tutti allo stesso orario"

Milan, se le vertigini da alta classifica diventano stress

Milano. Lo possiamo dire? Diciamolo: lo stress da primato comincia a lampeggiare nelle parole e negli umori di Stefano Pioli. Niente di eclatante, intendiamoci, ma qualche risposta fuori dal solito registro ne è una parziale conferma. «Stiamo parlando troppo della partita passata» si lamenta a un certo punto, forse con qualche ragione ma trattandosi dell'unica occasione pubblica dopo lo 0 a 0 col Bologna, qualche riflessione postuma è da concedere. «Lo possiamo dire: non esistono squadre perfette. Ci sono momenti in cui sei al top e altri meno, noi dobbiamo puntare a giocare di squadra»: adesso l'incipit è dello stesso Pioli che fa scopa con il giudizio complessivo di Costacurta. Di sicuro il Milan uscito dalla sfida col Bologna con uno zero in condotta offensiva lascia più di un dubbio («i grandi numeri dicono qualcosa» ammette l'interessato) e nello stesso tempo moltiplica i rimpianti («di solito noi giochiamo 42 palloni in area avversaria, col Bologna ne abbiamo giocati 93» altro dato) a dimostrazione che è mancata precisione ed efficacia.

Ma non è questo il punto. Il punto è che Pioli ha da togliersi un sassolone dalla scarpa e lo fa quando gli si ricorda che forse a Milanello e dintorni non c'è più la spensieratezza di un tempo. Fuori il rospo, eccolo allora: «Non vedo una squadra ansiosa o preoccupata, piuttosto ricordo che ad agosto nessuno qua dentro pensava che il Milan potesse competere per lo scudetto. E se per caso dovesse succedere vorrebbe dire aver fatto una cosa straordinaria!». Osservazione da condividere perché con quel mercato, la perdita di Donnarumma e Calhanoglu (non sostituito), nessuno osava pronosticare un finale del genere. Ma adesso che è in ballo, Pioli e i suoi devono ballare: glielo chiedono i tifosi, glielo chiedono anche quelli che non credevano al Milan tricolore in estate.

E ballando ballando viene fuori anche l'altra questione di fondo che riscalda la temperatura di quest'altro fine settimana calcistico. E cioè i diversi orari attribuiti (dalla Lega per venire incontro alle esigenze di Dazn che non ha strutture per trasmettere tutte le partite in contemporanea). Negli ultimi tempi l'Inter ha giocato prima del Milan e fino a marzo c'era la Champions a giustificare l'anticipo. Nelle ultime 6 giornate, invece, da quando è uscita, 5 volte contro 1 ha continuato a giocare prima l'Inter. «È regolare?» chiedono a Pioli.

La prima risposta è generica: «Non cambia granchè». La seconda invece è un affondo sincero. «Nelle ultime partite sarebbe regolare se giocassimo tutti alla stessa ora!». Chissà se il neo presidente Casini prenderà nota.

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