Milano bella e pazza. Riscrive la storia: è tra le magnifiche 4

Ultimo minuto da paura con il Bayern Monaco ma l'Olimpia torna alle final four dopo 29 anni

Milano bella e pazza. Riscrive la storia: è tra le magnifiche 4

L'Armani trova l'isola dei desideri dopo aver fatto tutto per vincere e molto per farsi maledire. In linea con il resto di una stagione fra miracoli e strafalcioni. Ieri per eliminare alla quinta partita il Bayern (92-89) si è assentata dalla trincea nell'ultimo minuto e dal 91-79 si è trovato i bavaresi di Trinchieri sulla schiena a 12 secondi dal gong, avendo sperperato vantaggi di 16, 17 punti, roba da sentirsi male e gli ospiti illustri a bordo campo, da Giorgio Armani al senatore Galliani erano maschere fin troppo animate. Amarli e mandarli al diavolo. Questa è comunque l'Armani che riporta il basket italiano ad una finale di coppa Europea, nel giardino che le mancava dal 1992, campo di Istanbul dove nasceva il mito Partizan di Obradovic, Djordjevic e Danilovic. A fine mese nel duomo sportivo di Colonia troverà il Barcellona che ieri ha chiuso la sua serie 3-2 contro il San Pietroburgo, mentre dall'altra parte sarà il CSKA a misurare l'Efes di Istanbul che ha eliminato il Real Madrid.

La notte dei sogni e degli incubi per Giorgio Armani che sembrava impietrito in quel finale sciagurato dopo essersi invece goduto una bella squadra per tre tempi. Per fortuna di Messina e di molti dei suoi fantasmi di ieri in campo c'era Shavon Shields, il samurai del Kansas con passaporto danese, uno che in difesa le dà e le prende, uno che ha sentito il vento della notte e ha chiuso alla grande: 34 punti, 4 su 6 da due, 5 su 6 da tre, 11 su 12 nei liberi, sbagliando proprio l'ultimo, ma per fortuna non ha pagato debito e il 10-0 del Bayern che aveva riaperto la partita è diventato soltanto un camminata sulla lama del rasoio di un basket che ti soffoca.

Certo non deve essere facile guidare gente che nella stessa gara sembra perdere la bussola dopo aver trovato la terra promessa. Peccati presunzioni, errori incredibili per veterani. Ma, ieri, c'era lui, il samurai Shileds che è arrivato in Europa, proprio in Germania, a Francoforte nel 2015, passaporto danese in tasca per giocare nella under 20 e nella nazionale, poi stagioni d'oro a Trento, due finali scudetto, titolo di Spagna con Vitoria e finalmente Milano. La sua stagione è stata sempre di alto livello, forse proprio a Monaco era mancato, ma ieri si è rifatto alla grande a dovrebbero ringraziarlo quelli che al Forum sembravano non fare niente di giusto, da Punter a Leday.

Con Shields lampi di Rodriguez, spallate generose di Hines, il solito Delaney che applaudi e mandi a quel paese, un Datome che ha graffiato e anche peccato. Questa è l'Armani, teniamocela così. A Colonia con onore e diritto, mentre la Lega che non lo aveva previsto dovrà cambiare date e formula dei play off.

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