Pavia Tu chiamale se vuoi emozioni. Quelle per le leggende dello sport che fanno battere il cuore. Per Senna, Simoncelli, Pantani, Schumacher, Maradona, Pelè e tanti altri. Provate a immaginare: settembre 1989, prove del Gran Premio di Monza. Qui un intraprendente ragazzino di 13 anni, Salvatore Apicella, figlio di ristoratori salernitani emigrati a Pavia. E là, a pochi metri, il suo idolo Ayrton Senna, che camminava solitario tra i viali alberati. Una visione. Una folgorazione.
«Col batticuore gli domandai se potevo fare una foto con lui, diedi la macchina fotografica a un mio amico che inciampò e cadendo scattò involontariamente un'immagine quasi inedita. Una delle rare dove Senna sorride», ricorda Apicella con lo sguardo che sfuma nella nostalgia.
E fu dopo quell'incontro e quella foto che mise nella Bibbia, per paura di perderla, ritrovandola per caso 20 anni dopo, che Apicella iniziò a raccogliere tutto quanto fa un campione. Di Formula 1, ciclismo, motociclismo, calcio. Tute, caschi, muletti, due ruote, magliette, scarpette e centinaia di altre memorabilia trovate con il passaparola per il suo passato di calciatore nei giovani del Brescia, avute in dono o in prestito dagli stessi campioni e dalle loro famiglie oppure cercate in giro per il mondo come una tuta di Senna che acquistò dal figlio di Colin Chapman e andò a ritirare appositamente a Tokio.
Polvere di stelle raccolte nel «Museum of Legends», in piazza della Vittoria, a Pavia, proprio sopra il suo ristorante-pizzeria. E da dove cominciare se non da Senna? Ed è come se il tempo qui si fosse fermato al 1 maggio 1994, al Gran premio di Imola che spezzò il suo domani. E in un commovente flashback ecco la Williams Renault FW16, il muletto guidato dal campione brasiliano nelle ultime prove che è il pezzo forte della collezione, ma anche la monoposto del 1988, la cintura della tuta che indossava durante la corsa a Imola, e pure l'orologio e i fumetti Senninha ispirati dal suo mito. E tutt'attorno tute, caschi, guanti suoi e dei grandi campioni, come Lauda, Prost, Villeneuve, Hunt, Patrese, Alonso, Berger, Schumacher, Hamilton.
Destini incrociati in 200 metri quadrati dedicati a leggende fermate dal destino, come Marco Simoncelli con quel 58 che campeggia un po' ovunque, sulla moto ma anche su stivali, caschi, tute esposte accanto a quelle di Valentino Rossi, Marc Marquez, Carlos Checa, e nella stanza dedicata al ciclismo con memorabilia di Marco Pantani e la sua bici comprata all'asta.
«Tutti i giorni vengo a rivivere le emozioni dei grandi campioni e molte volte penso a come avrebbe potuto cambiare lo sport se non ci fossero state certe disgrazie a spezzare i sogni», racconta Apicella, accarezzando con lo sguardo la collezione del suo museo dove se avesse più spazio vorrebbe far «entrare» anche Pietro Mennea e Alberto Tomba. E le magliette e le scarpette di altri calciatori, oltre a quelle di Maradona, Pelè, Messi, Ronaldo, Del Piero, Totti, Buffon e molti altri.
Un sfida di passioni che ha anche un fine benefico.
Perché l'ingresso al «Museum of Legends» è gratuito, però le offerte dei visitatori vanno a «Emergenza Sorrisi», una onlus dedicata a operare in tutto il mondo i bambini con il labbro leporino. Per far tornare il sorriso a chi non lo ha mai avuto. Anche per non dimenticare ciò che amava ripetere Senna: «Noi respiriamo tutti la stessa aria. Per questo bisogna dare a tutti una possibilità».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.