Nel cielo della nuova Juventus le stelle sono più di trenta

L'ultimo libro di Marcello Chirico e con i disegni di Benny è una risposta suggestiva e polemica al dibattito acceso dopo l'ultima conquista tricolore

Nel cielo della nuova Juventus le stelle sono più di trenta

Chi ha voglia di rifilare uno sberleffo ai protagonisti, polemici e non, del dibattito sul numero degli scudetti effettivi in dotazione alla Juventus, ha da fare un salto in libreria e dotarsi dell'ultimo lavoro firmato da Marcello Chirico, opinionista bianconero alla luce del sole di Telelombardia, e arricchito dai disegni di Benny. Si chiama Firmamento Juve ed ha un legame evidente, voluto, con la discussione dell'estate scorsa. Ve la ricordate? Quanti scudetti ha la Juve sul petto? «Trenta sul campo» c'è scritto sulle sacre maglie, sono 28 per il calcio ufficiale (lettera di Blatter, presidente della Fifa) e anche per la federcalcio. Per qualche pasdaran, come Benny, sono addirittura 32, per Zeman forse 22-23. E se volete possiamo continuare per un'altra colonna. E invece questo è stato solo lo spunto, molto accattivante, dell'autore che ha preparato una parata di stelle. A cominciare dai protagonisati del recentissimo tricolore per poi passare alle 50 stelle che figurano nell'olimpo dello stadio torinese, scelti direttamente attraverso votazione apposita, dal popolo bianconero che, come si sa, ha dimensioni notevoli.

Poiché siamo a Natale, Chirico e Benny hanno anche provato a colmare qualcuna aggiungendo alla loro galleria anche alcuni storici juventini che sono stati esclusi dai 50. La scelta sarà sicuramente apprezzata dagli juventini dell'altro ieri, con Luis Monti, campione del mondo poi con Pozzo o con Cesarini, da quelli di ieri, con Altafini e da quelli meno datati che a Liam Brady, per esempio, e al suo rigore di Catanzaro, calciato nonostante si sapesse dell'arrivo prossimo di Platini, e del valore simbolico di uno scudetto intero.

Poiché gli juventini non hanno mai dimenticato l'alto tradimento di alcuni esponenti della Juve travolta da "calciopoli", c'è posto e spazio anche per le stellacce. L'elenco è ridotto a cinque: Cannavaro, Zambrotta e Ibrahimovic che abbandonarono dopo la retrocessione in B, a Boniek che non è mai stato amato per talune espressioni polemiche e Inzaghi che è diventato tifoso milanista e perciò un nemico dichiarato della religione juventina.

Se non bastassero queste informazioni, la ciliegina è costituita dalla prefazione di Gigi Buffon il quale ha imparato a parlare un linguaggio schietto. Invece di auto-celebrarsi ha compiuto un ragionamento inverso: non siamo super-uomini, ha scritto, siamo protagonisti alimentati dall'affetto e dalla passione dei tifosi. Perfetto.

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