Novak 3°, re di Melbourne Asfaltato l'olimpico Murray

Quarto successo, terzo di fila: non c'è scampo per lo scozzese sul cemento blu. Ma l'età di Federer e gli acciacchi di Nadal giocano a favore dell'oro di Londra

Novak 3°, re di Melbourne Asfaltato l'olimpico Murray

Non ci sorprenderemmo se il sindaco di Melbourne concedesse le chiavi della città a Novak Djokovic che ha fatto degli Australian Open la sua riserva di caccia. Con il successo su Murray per 6-7 7-6 6-3 6-2 in 3h e 39', il serbo è diventato il primo giocatore dell'era moderna ad aver vinto questo slam per tre anni di fila, il quarto in totale, per la cronaca fanno 21 partite senza macchia. Come lui Crawford, Agassi e Federer. Meglio di lui solo Emerson che entrò nell'albo d'oro dal 1963 al 1967 dopo aver trionfato anche nel 1961. Giusto per dire quanto sia grande questo tennista di neanche 26 anni, li compirà il 22 maggio, capace di offrire un alto rendimento anche nelle giornate meno brillanti. È stato così nella finale di ieri rimasta in equilibrio fino a metà del terzo set quando Nole ha ottenuto il primo break di tutta la partita portandosi sul 5-3. Da quel momento gli è riuscito tutto facile. Senza sussulti invece i primi due set con il serbo che non ha concretizzato quattro palle-break nella prima frazione e lo scozzese che in quella successiva non ha strappato il servizio all'avversario sotto per 0-40. Ma non è stata una finale divertente come raccontano i tanti errori forzati (61 Djokovic, 46 Murray) rispetto ai pochi vincenti (47 e 29). In conferenza stampa il vincitore, dopo aver fatto i complimenti all'avversario, ha ricordato di aver visto le streghe nell'ottavo con Wawrinka piegato al ventiduesimo gioco del quinto set: «Alla fine di quel durissimo match ho capito che potevo arrivare fino in fondo. Adesso sono più felice che mai e cerco di portare gioia agli altri», il suo pensiero.

E Murray? Lo scozzese si augurava di essere il primo vincitore di uno slam a concedere subito il bis, invece ha perso per la terza volta in quattro anni, roba da non credere. In certi frangenti si ha l'impressione che gli manchi un po' di carattere: lo s'è visto nel quinto punto del secondo tie-break quando ha commesso un doppio fallo dopo aver perso concentrazione per togliere dal campo una piuma di gabbiano. La vescica al piede ne ha poi condizionato il rendimento sul piano mentale più che su quello fisico. Qualcosa dovrebbe imparare dalla cinese Li, che ha impegnato la bielorussa Azarenka fino all'estremo nonostante una doppia distorsione alla caviglia e una botta alla nuca. Ma il campione olimpico avrà occasioni di rifarsi con Djokovic perché Federer sente il peso degli anni nella seconda settimana dei major, Nadal è un punto interrogativo dopo uno stop di otto mesi, gli altri restano sempre un gradino indietro. Il tempo gioca dalla sua parte.

E nel corso dell'anno dovrebbe scalzare proprio l'elvetico dalla seconda posizione del ranking.
A noi italiani restano le gioie confezionate da Errani e Vinci che cozzano con il declino della Schiavone eliminata perfino al primo turno delle qualificazioni di Parigi indoor.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica