Le panchine costano meno Mazzarri e Allegri paperoni

Per fortuna che Luis Enrique se n'è andato: per sciogliere il rapporto con la Roma ha rinunciato a 2 milioni, evitando di farne spendere uno alla società. L'altro è stato dato a Zeman. Tutto conta e tuto quadra quando si parla di spending review. Le panchine d'Italia ne avevano bisogno. Ragazzi, non c'è più una lira, pardon un euro. É difficile, quasi impossibile, sentire di calciatori che si autoriducono gli ingaggi, piuttosto vanno all'estero pur di mantenere lo stipendio italiano, anche perchè in Francia e Inghilterra imperversano gli sceicchi spendaccioni. Eppure se la Serie A può, dopo un'eternità, chiudere il mercato estivo con un attivo di 27,19 milioni, lo si deve in particolare ai tanti “piedi d'oro che se ne sono andati: Ibrahimovic, Lavezzi, Thiago Silva, ma anche i fine contratto come Gattuso, Seedorf, Inzaghi, Flamini e Amauri. I presidenti Paperoni sono stati costretti a tagli agli stipendi di pochi volonterosi e dei giovani, vendite patrimoniali, giocatori ceduti a costo zero, senza alcuna follia per i nuovi acquisti.
Ma nettamente attiva è anche la voce “allenatori” che, rispetto alla passata stagione, hanno fatto risparmiare ai 20 club di A la bella cifra di 4,210 milioni di euro. Una grossa mano l'ha data Luis Enrique. La voglia di Zeman di tornare a Roma, dove peraltro abita da sempre, era tanta. Pensate che lo sganciamento da Luis Enrique ha permesso alla Roma di raddoppiargli gli emolumenti rispetto a quanto prendeva a Pescara. C'è rimasto male Vincenzo Montella che, subito contattato dai giallorossi, aveva chiesto lo stesso ingaggio del tecnico spagnolo ricevendo un cortese no. Ed è arrivata l'offerta della Fiorentina. La Viola, perso Delio Rossi, ha dovuto alzare di 300.000 euro la spesa per avere l'aeroplanino. Un affare comunque per Montella che ha quasi triplicato l'ingaggio incassato a Catania. Oggi è arrivato a un millione e 300mila euro.
Può dirsi soddisfatto anche Andrea Stramaccioni che, rispetto ai 150.000 euro della passata stagione (tanto guadagnava partendo dalla primavera interista) è ora passato a 600.000 con un bel contratto triennale(che sarà integrato dai bonus) e con Moratti che, facendo bene i conti, piange sui 2,5 milioni dati al duo Gasperini-Ranieri, ma può sorridere sul risparmio futuro di Strama. Un altro che può fare i salti di gioia è Ciro Ferrara che, passando dalla guida dell'Under 21 alla Sampdoria, ha più che raddoppiato quanto percepiva con gli azzurrini: siamo a un milione e 200mila euro. Non mollano un colpo invece i pezzi da novanta e primatisti negli ingaggi Mazzarri e Allegri, con Antonio Conte che sembrava destinato a raggiungerli in vetta. Andrea Agnelli aveva previsto per lui un sostanzioso aumento, bloccato dalla squalifica del tecnico. In tre sfiorano i sette milioni annui.


Nel complesso però la filosofia di abbassare i costi è stata accettata di buon grado da tutti i club, con contratti prevalentemente annuali (Ficcadenti, Maran, Di Carlo, De Canio, Donadoni, Stroppa), i restanti sono biennali ad eccezione dei triennali di Stramaccioni, Conte e Guidolin. Insomma, meno si spende meglio è, ma questo si sa da sempre.

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