"Parigi è una città spagnola" Nadal re per l'ottava volta

Lo slogan usato dal pubblico per incoronarlo. Nell'era Open nessuno come lui Superati Sampras e Federer a quota 7 Wimbleon. Errani-Vinci ko in doppio

"Parigi è una città spagnola" Nadal re per l'ottava volta

La leggenda del tennis prende corpo, ancora una volta, in Rafa Nadal che ieri pomeriggio ha posto l'ottavo sigillo, in nove anni, sul trofeo del Roland Garros. Nessuno come il maiorchino. Più che lo sfidante, il connazionale David Ferrer, alla prima finale in un major, è apparso niente più di uno sparring partner senza ambizioni. Lo racconta il risultato di 6-3 6-2 6-3 maturato in 2h e 16' con una netta superiorità del vincitore nei punti totali (99 a 72), nei vincenti (34 a 22) e negli errori non forzati (50 a 65). Nulla da somigliare a una corrida perché Ferrer non è riuscito a trovare un antidoto contro la velocità e le rotazioni del rivale. Ahilui solo sette volte il torneo s'era chiuso in modo più perentorio. La vera finale, lo sapevano gl'interessati come il pubblico, s'era svolta venerdì scorso quando Rafa aveva eliminato Nole Djokovic al quinto set. L'ultimo atto s'è rivelato una formalità nonostante Ferrer abbia cercato di opporsi allo strapotere del rivale con tutte le sue forze. Basti ricordare il punto perso nel secondo set dopo 29 scambi alla morte. Misera la cronaca. Nella frazione d'apertura s'è rivelato decisivo il break al settimo game. In quella successiva, senza storia, ci ha pensato un invasore mascherato con tanto di fumogeno a ravvivare un canovaccio privo di particolari emozioni. Il terzo set è rimasto in equilibrio fino al 3-3 quando Nadal ha deciso di chiudere la partita in modo così perentorio da ricordare il cannibale Merckx dei tempi passati. Nonostante il risultato fosse scontato, Rafa non ha ceduto un solo momento sul piano mentale dimostrando che la sua rapacità non è fatta solo di gambe e talento, ma anche di una formidabile tenuta mentale. Quella che gli ha permesso, giusto per ricordare l'ultimo precedente, di far fuori Djokovic in semifinale.

È lui il primo tennista dell'era open a conquistare uno slam per 8 volte: staccati Federer e Sampras, vincitori di 7 Wimbledon. Nessuno avrebbe qualcosa da ridire se la municipalità di Parigi gli consegnasse le chiavi della città al pensiero di come e quanto il maiorchino ha legato la sua carriera alla capitale francese. Negli ultimi 9 anni solo Soderling ha avuto l'audacia di batterlo, era il 2009, in un torneo che pare confezionato a sua identità e misura, quasi fosse un abito sartoriale. Alla 17ª finale, Nadal ha conquistato lo slam numero 12 (8 Roland Garros, 2 Wimbledon, un Open degli Stati Uniti e un Open d'Australia) raggiungendo l'australiano Roy Emerson nella classifica di tutti tempi e ponendosi in scia a Pete Sampras (14) e Roger Federer (17). Sulla terra rossa non ha rivali da tempo: 42 successi in totale di cui 8 a Parigi, altrettanti a Monte Carlo e 7 a Roma. Una macchina da guerra. E il librone del tennis ha ancora molte pagine da dedicargli. «Parigi è spagnola», ha urlato un supporter di Rafa che ha dato appuntamento alla prossima edizione. In fondo lui, di anni, ne ha solo 27.

All'ora di pranzo Errani e Vinci, arrivate senza benzina alla finale di doppio, non ce l'hanno fatta a battere la coppia russa Makarova-Vesnina e a iscrivere per la seconda volta consecutiva il proprio nome nell'albo d'oro del torneo. Degli italiani c'è riuscito solo Pietrangeli con i successi, ormai vintage, nel singolare. Per le azzurre sfuma il sogno di centrare il grande slam dopo il trionfo agli Australian Open. Peccato. In condizioni normali Sara e Roberta si sarebbero sbarazzate facilmente delle rivali che avevano sempre battuto nei quattro precedenti, ma ieri non c'erano né di testa né di gambe come dimostra il risultato (7-5 6-2) concretizzatosi in 1h e 38' di pessimo gioco. Emblematico l'ultimo punto, quello della resa, con la Errani che regala il match alla Vesnina con un aborto di pallonetto. Di rivincita si parlerà nella finale di FedCup in programma a novembre fra Italia e Russia.

Felicissima la Makarova alla prima finale in uno slam, ancora di più la Vesnina, battuta in tutte e tre le finali di doppio giocate fino a ieri nei major. Più che a Wimbledon le nostre Pollicine dovrebbero pensare a una vacanza disintossicante. Ci sarà poi tempo per discutere se sia sempre il caso di giocare il doppio che porta tanti onori, ma costa anche tanta fatica.

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