
La doppia via di Parigi: domina con i ricchi del calcio, ma avanza anche con i «poveri» del basket. Sono giorni di festa per le squadre della capitale francese.
Da un lato c'è il Psg di Donnarumma, che dopo aver già messo in bacheca il campionato con sei giornate d'anticipo si è assicurato pure il passaggio alla semifinale di Champions League; dall'altro lato, però, c'è il Paris della palla a spicchi che è andata a vincere una gara secca a Madrid acciuffando i playoff di Eurolega, dove affronterà il Fenerbahce di Nik Melli.
La cavalcata del Paris, fondato soltanto sette anni fa dall'americano David Kahn, prosegue senza soluzione di continuità. L'altra sera ha sconfitto il Real dei galacticos e degli oltre venti milioni di euro di ingaggio, mentre la «piccola» formazione allenata da Tiago Splitter, che ha vinto un titolo Nba giocando con Ginobili, Parker e Duncan negli Spurs guidati da Gregg Popovich, si ferma a cinque ed è alle spalle anche delle ricchissime Milano e Virtus, già fuori dai giochi. A dimostrazione che si può vincere oltre il budget, che invece resta infinito in casa dei vicini del Psg, di proprietà degli sceicchi. In questi anni gli emiri arabi hanno speso miliardi per fare campagne acquisti faraoniche, nelle quali hanno preso i vari Messi, Neymar, Mbappé, Ramos, Donnarumma, solo per citarne alcuni, pur di vincere l'agognata Champions che ancora manca nella vetrina. Per poi scoprire che, in realtà, bastava osservare il modello vincente del Paris, che sta giocando la pallacanestro più bella e divertente d'Europa. Nel Paris che gioca a ritmi frenetici il leader è tale Shorts, piccolo di nome e di fatto dall'alto (si fa per dire) dei suoi 1,75 metri.
Uno che per farsi notare andò in Cina a fare dei provini, e che ora al netto della sua stazza fa tremare i giganti. Vedremo chi tra il Paris o il Psg alla fine dell'anno riuscirà a vincere in Europa. Per il momento, però, non c'è partita.
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