Pogacar, forza e noia. E il ciclismo ora lo teme

Tadej sabato punta la Sanremo: "Mi piacerebbe". Da Ganna agli altri big pronti a isolarlo per indebolirlo

Pogacar, forza e noia. E il ciclismo ora lo teme

Che strano mondo è quello del ciclismo: si passa una vita a parlare dei miti passati, a celebrare le vittorie di Coppi e Bartali, Moser e Saronni, a scomodare ad ogni piè sospinto Eddy Merckx e poi quando ci si trova di fronte ad un talento purissimo, ad una gemma preziosa come Tadej Pogacar, ecco che cominciano a levarsi i primi brusii, di chi la sa lunga, di chi è sempre pronto a scommettere che questo non può durare, che non può vincere tutto lui, perché di Merckx ne abbiamo già avuto uno e ha vinto a sufficienza: persino troppo.

Che strano mondo è quello del ciclismo: che chiede il coraggio, le imprese e poi se uno si mette lì come Tadej Pogacar a vincere a ripetizione tanto da avere a 23 anni un palmares da far rabbrividire lo stesso Merckx (al momento sono già 37 vittorie in carriera, con due Tour de France, due Tirreno, una Liegi, un Lombardia e una Strade Bianche, ndr), non va bene. Si comincia a mugugnare e ad avanzare dubbi e perplessità. Cosa che fino a prova contraria e francamente per il bene del ciclismo tutto, tocchiamo ferro non è assolutamente giusto fare.

Che strano modo di vivere questa settimana che ci separa dalla Sanremo, la prima classica del calendario, la prima Monumento della stagione, che strizza chiaramente l'occhio al bimbo sloveno, che non ha nascosto le proprie intenzioni: «È una corsa bellissima, che mi piacerebbe poter vincere un giorno», ha detto con candore fanciullo.

Insomma, Tadej ha preso la mira, ma sa anche perfettamente che c'è chi di mira vuole prendere lui e lo controllerà sportivamente parlando a vista, lasciandogli il peso del pronostico e della corsa. È chiaro che gli avversari, da Wout Van Aert a Primoz Roglic (l'altro sloveno che ieri si è aggiudicato con un brivido finale la Parigi-Nizza, ndr) per arrivare a Alaphilippe e Filippo Ganna, Caleb Ewan e Jasper Philipsen, non muoveranno dito e lo seguiranno come un'ombra. Faranno in modo di isolarlo, prima di essere isolati.

Che strano mondo è quello del ciclismo, che si trova per le mani uno degli sportivi più interessanti del momento e teme però la noia. «Con lui si rischia davvero di correre per il secondo posto», ha detto l'altro giorno, dopo la tappa del Carpegna, Damiano Caruso.

Eppure davanti ai talenti, a questo tipo di atleti universali ci dovremmo solo sedere comodamente in poltrona e ammirarli. Come per anni abbiamo fatto per Tomba e Valentino Rossi, Federer e Nadal, Michael Jordan o Michael Schumacher. Che strano mondo è quello del ciclismo

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