La Premier "No Vax" in ostaggio del Covid a rischio sospensione

Rinviati 9 match: focolai extralarge. I tecnici chiedono di fermarsi, i club pensano ai soldi

La Premier "No Vax" in ostaggio del Covid a rischio sospensione

Il Covid non indietreggia, anzi. E con la nuova, affilata arma della variante Omicron, minaccia di causare un nuovo tsunami sportivo su scala mondiale. Se mercoledì i dubbi erano per la Coppa d'Africa, che dovrebbe prendere il via in Camerun il 9 gennaio (la Federazione continentale africana e la Federcalcio camerunese hanno ribadito ieri che si farà) ma che rischia di finire al centro di un braccio di ferro tra club e federazioni, nella giornata di ieri l'esplosione di casi nel Regno Unito ha ufficializzato l'allerta anche per la Premier League. La Gran Bretagna, numeri alla mano, è sull'orlo del collasso sanitario: oltre 88mila contagi e 146 decessi registrati nelle ultime ventiquattro ore, con un aumento del 74% rispetto alla settimana precedente. Cifre devastanti, che hanno imposto un innalzamento dell'allerta nazionale al livello più elevato.


E anche la Premier League trema. Sono già nove le gare rinviate a causa dei focolai di Covid presenti in ben otto club, un conto che si è aggiornato con la cancellazione del secondo match consecutivo del Manchester United. Il report ufficiale non è ancora stato diramato, ma da oltremanica filtrano notizie di oltre 20 casi accertati tra rosa e staff dei Red Devils, club più colpito insieme a Brentford, Leicester e Tottenham (che per lo stesso motivo ha perso a tavolino, con conseguente eliminazione, in Conference League). D'altronde c'è poco da stupirsi, considerando i dati riportati dalla Football Association: a fine ottobre soltanto il 68% dei giocatori della massima serie risultava vaccinato con doppia dose, mentre il 25% degli atleti delle altre tre serie professionistiche si sono dichiarati apertamente no vax. A margine di uno scenario potenzialmente apocalittico, nelle stanze dei bottoni della Premier ci si interroga sul da farsi. Thomas Frank, manager del Brentford, ha invocato uno stop al campionato di almeno una settimana. Ma i padroni del vapore della lega non ci sentono, e non paiono intenzionati ad alcuna sospensione. D'altronde, il Boxing Day è dietro l'angolo. E delle tradizioni, specie se lautamente retribuite, è sempre complicato fare a meno.


E in Italia? Da noi, per il momento, il sistema tiene. Merito dell'altissima percentuale di vaccinati (vicina al 100% per quanto riguarda la Serie A), dato che sta permettendo anche al sistema sanitario di rimanere tutto sommato in piedi, con numeri decisamente migliori rispetto al resto d'Europa.


Ma anche allargando lo sguardo al resto del mondo, c'è poco da stare allegri. Detto di Leclerc ancora positivo, ma almeno la F1 è ai box, in Nba le gare posticipate iniziano a essere all'ordine del giorno, e i Toronto Raptors hanno limitato al 50% gli spettatori per le gare casalinghe. Anche il ferrarista Leclerc (regolarmente vaccinato) è risultato per la seconda volta positivo al Covid, seppur con sintomi lievi. E un'ombra inquietante si allunga anche sulle Olimpiadi invernali.

L'accensione del braciere di Pechino 2022 è in programma per il 4 febbraio. Un mese e mezzo di passione e di speranza, con lo spettro di una pandemia che è tornata a minacciare prepotentemente anche il mondo dello sport.

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