Primo oro olimpico per l'Italia: trionfa Vito Dell'Aquila

Il brindisino Vito Dell'Aquila ha vinto l'oro nella categoria -58 kg di taekwondo: battuto il tunisino Jendoubi. Argento nella sciabola a Luigi Samele

Primo oro olimpico per l'Italia: trionfa Vito Dell'Aquila

Vito Dell'Aquila ha conquistato la medaglia d'oro nella categoria -58 kg di taekwondo: è il primo sigillo azzurro alle Olimpiadi di Tokyo.

L'Italia è subito grande protagonista a Tokyo 2020. Le prime soddisfazioni per i colori azzurri arrivano quasi in contemporanea. Dopo l'argento di Luigi Samele, sconfitto in finale nella sciabola individuale dalla leggenda ungherese Aron Szilagyi, il primo oro italiano arriva dal taekwondo. Protagonista assoluto della giornata è stato Vito Dell'Aquila, sul gradino più alto nei 58 kg di taekwondo, dopo aver battuto con il punteggio di 16-12 il tunisino Mohamed Khalil Jendoubi, grande rivelazione di giornata, autore di una clamorosa impresa contro il quotatissimo sudcoreano Jun Jang, testa di serie numero 1 del tabellone.

Uno show autentico, quello dell'atleta brindisino apparso in grande spolvero sin dai primi turni eliminatori. Sconfitti senza particolari problemi i tre avversari che si è trovato di fronte nel corso della mattinata: 26-13 contro l’ungherese Salim, 37-17 contro il thailandese Sawekwiharee, 29-10 contro l'argentino Guzman. Tre round di grande intensità quelli vissutti un avversario molto ostico come il 20enne tunisino Mohamed Khalil Jendoubi. Il brindisino inizialmente fatica a gestire le lunghe leve dell'avversario e chiude la prima frazione sotto 2-5, frutto di un calcio al caschetto e uno al tronco. Dell'Aquila però non si è scomposto, riducendo il gap nel secondo grazie a tre calci al tronco in rapida sequenza: 9-8 Jenboudi. Ultimo round da impazzire con il punteggio di 9-8 Jenboudi. Fase di stallo per i primi 45 secondi, poi una lunga interruzione su doppia chiamata per l’instant replay da parte dei due tecnici. Sul 10-8 per il tunisino arriva il capolavoro di Vito: otto punti in poco meno di 50 secondi e sorpasso. Finisce 16-12 per l'azzurro, poi è soltanto apoteosi.

Per il taekwondo azzurro sembra di rivivere i giorni magici di Londra 2012, quando arrivarono il bronzo di Mauro Sarmiento e soprattutto l'oro di Carlo Molfetta, oggi team manager della Nazionale, che è a Tokyo e ha sofferto davanti alla tv. L'Italia che a Rio 2016 non aveva qualificato alcun atleta in questa disciplina, torna dunque sul gradino più alto del podio a distanza di 9 anni dall'oro Molfetta nei +80 kg. Ed è incredibile sottolineare come entrambi i campioni olimpici provengano da Mesagne, una piccola cittadina in provincia di Brindisi, che si conferma una una vera e propria culla delle arti marziali.

Classe 2000, Dell’Aquila ha iniziato a gareggiare all'età di 8 anni, vincendo la prima gara in Austria pochi mesi dopo, quando era ancora cintura gialla. Fa parte del gruppo sportivo Carabinieri ed è allenato in Nazionale da Claudio Nolano, che a Sydney aveva combattuto ai Giochi del 2000. Prima di Tokyo aveva conquistato un oro e 4 bronzi al Grand Prix (a Parigi nel 2019 aveva battuto proprio il sudcoreano Jang), più un oro europeo. Sui social si fa seguire con il nick "The Eagle", l'aquila.

Per il suo sport confessa di avere un amore puro"Il taekwondo per me è tutto – ricorda spesso - mi ha aiutato ad essere una persona migliore e mi ha consentito di girare il mondo". Da oggi è nell'Olimpo dello sport italiano.

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