Senza giocatori del Palmeiras in rosa il Brasile non riesce a vincere i mondiali, la maledizione continua. La stampa verdeoro si aggrappa persino alla scaramanzia per giustificare l'ennesima caporetto della Seleçao, cacciata fuori dalla Coppa del Mondo dal Belgio e destinata all'ennesima rifondazione. Paradossalmente la squadra di Tite è apparsa persino più fragile di quella che quattro anni fa venne stritolata dai muscoli teutonici. Accettabile in difesa, poco più che discreta in mezzo al campo, impalpabile in attacco, questo scrivono i media sulla rotta Rio-Sao Paulo. E sul banco degli imputati salgono Neymar e il selezionatore. Troppo egoista, e a tratti persino teatrale, O Ney, innamorato della palla, assente dal gioco di squadra e abile soprattutto a buttarsi a terra al minimo contrasto. Qualcuno fa notare che le gambe di Pelé erano simili a cartine geografiche per via delle cicatrici, altri ricordano del Galinho Zico, uno che non cadeva neppure dopo interventi da codice penale (Gentile ai mondiali del 1982). Tite invece viene criticato per le scelte errate sia tra i convocati, che per l'undici schierato contro il Belgio.
È stata una follia continuare a puntare su Gabriel Jesus, esplosivo e implacabile nel City, ma completamente scarico nelle cinque partite disputate in terra russa. In Brasile sono concordi nell'affermare che dagli ottavi in avanti avrebbe dovuto giocare dal primo minuto Firmino, uno che aveva messo in mostra ottimi numeri negli scampoli di partita in cui era stato impiegato. Altro errore imputato al professore è quello di non aver convocato un ricambio per Casemiro, l'unico giocatore indispensabile di questa Seleçao, forse persino più di Neymar. La sua assenza (per squalifica) contro il Belgio ha costretto Tite a dare fiducia a Fernandinho, apparso lezioso e sbriciolato dalla potenza e dal gioco di gambe di De Bruyne. Come accade spesso in queste circostanze gli assenti diventano i veri trionfatori di una squadra incompiuta: a partire da Rafinha del Bayern (abile sia da laterale che da incontrista), per arrivare al bianconero Alex Sandro, che ha perso il ballottaggio con Filipe Luis per il posto da riserva del madridista Marcelo, passando per la perla del Flamengo Vinicius Junior, di proprietà Real.
Nonostante la pioggia di critiche la federcalcio brasiliana continuerà a puntare sull'attuale selezionatore, anzi, il presidente Rogério Caboclo, ha rivelato che il contratto di Tite verrà prolungato fino al 2022. «Le eliminazioni del 2006, 2010 e 2014 hanno portato all'esonero dell'allenatore. Credo sia arrivato il momento di cambiare rotta e di continuare con il lavoro di un professionista che saprà raccogliere frutti copiosi».
I numeri di Tite alla guida del Brasile sono importanti: in 26 partite ha ottenuto 20 vittorie, 4 pareggi e 2 sole sconfitte. La stampa locale invoca il nome dell'emergente Mauricio Barbieri (Flamengo), ma Tite risponde: «con un portiere normale al posto di Courtois in semifinale saremmo andati noi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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