Rabiot, mister 10 milioni simbolo del folle mercato che blocca la Juventus

Il caso del francese è il rovescio della medaglia dei parametri zero. Che poi restano sul groppone

Rabiot, mister 10 milioni simbolo del folle mercato che blocca la Juventus

Possono rappresentare un affarone, i parametri zero. Ma anche trasformarsi in un incubo o giù di lì: per informazioni, rivolgersi alla Juventus. Che, storicamente, ha pescato nel mercato degli svincolati concludendo anche ottimi affari: su tutti Andrea Pirlo, sbolognato dal Milan e arrivato a Torino a dipingere calcio come solo lui sapeva fare. Lo stesso «Pogba 1» era stato un capolavoro, visto che sarebbe stato (ri)venduto al Manchester United per un centinaio di milioni di euro, salvo poi fare ritorno sotto la Mole un paio di mesi fa dopo essere arrivato a fine contratto. Se i guai fisici gli daranno tregua, anche il «Pogba 2» potrebbe e dovrebbe garantire buoni dividendi. Idem dicasi per Di Maria, arrivato a Torino alla bella età di 34 anni dopo avere concluso la sua esperienza al Psg: finito subito ai box per un guaio muscolare accusato nel corso del match di esordio in campionato contro il Sassuolo, El Fideo avrà adesso bisogno di una ventina di giorni per tornare sul prato. Ma il contratto annuale firmato con la Juventus mette comunque la Signora al riparo da eventuali capricci del sudamericano e della sua corte. Alla peggio, insomma, le parti si saluteranno il prossimo giugno e le casse bianconere non patiranno granchè. Né il prossimo mercato di Arrivabene e Cherubini sarà condizionato dalle scelte del sudamericano, che peraltro non si porta dietro la nomea del piantagrane.

Quella che invece accompagna da anni Adrien Rabiot, riccioluto francese con mamma ingombrante che di nome fa Veronique: suo manager, sua guida, suo tutto. Al punto da avere (pare) fatto saltare il trasferimento del figlio allo United, con cui la Juve era sostanzialmente d'accordo per una cifra intorno ai 15 milioni. Mamma Veronique, che già gli anni scorsi aveva montato e smontato i traslochi del pargolo giunto nell'estate 2019 a Torino dal Psg proprio a parametro zero, con stipendio di 7 milioni netti ha infatti avanzato pretese che la stampa britannica ha definito «oscene»: in sintesi, una decina di milioni all'anno per il figlio e un'analoga una tantum per se stessa. Oltre Manica le hanno elegantemente sbattuto la porta in faccia e la Juve è per il momento rimasta con un palmo di naso: il rischio di perdere il giocatore a zero (toh!) il prossimo giugno è concreto, così come spaventa l'idea di versargli l'intero stipendio per i prossimi mesi. Per di più, la sua permanenza impedirebbe di tesserare Leandro Paredes, uomo d'ordine da mettere in mezzo al campo che però costicchia anche lui. Un bel pasticcio, insomma. E un'empasse della quale Allegri avrebbe fatto volentieri a meno, visto una certa carenza di qualità in mezzo al campo. Risultato: non resta che attendere eventuali sviluppi, ammesso che ce ne siano. Senza nemmeno dimenticare che la stessa Juventus ha vissuto un'analoga esperienza con il gallese Ramsey, lui pure arrivato da svincolato e per questo «premiato» con gli stessi 7 milioni annui salvo giocare una manciata di partite e nemmeno bene.

Dopo di che, è chiaro che il giocatore cui versare il solo stipendio continuerà ad attirare e stuzzicare: meglio però maneggiare con cura gli eventuali soggetti, pena il trovarsi poi ostaggio di capricci assortiti dopo avere

elargito stipendi faraonici o quasi. Oltre alla Juventus, anche Milan (Origi), Inter (Onana e Mkhitaryan), Roma (Dybala e probabilmente Belotti nelle prossime ore) e Fiorentina (Jovic) possono cominciare a incrociare le dita.

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