Riecco i gol su punizione: "Frutto del lavoro"

Tornano gli specialisti, il recordman del decennio: "Serve allenamento ad hoc"

Riecco i gol su punizione: "Frutto del lavoro"

A volte ritornano. Anche i gol su punizione, diventati una rarità nelle ultime stagioni di Serie A. Già, perché dalle 36 reti su palla inattiva diretta messe a segno nel 2016/17 si è passati alle 19 realizzate nello scorso campionato Nel 2021/22, però, la galleria degli specialisti ha riaperto i battenti. Con gli artisti del tiro libero che hanno ripreso in mano il pennello, tornando a dipingere capolavori.

Le tredici punizioni vincenti delle ultime quattordici giornate hanno invertito la tendenza, dopo i soli due centri dei primi otto turni, riportando la media sui livelli di sei stagioni fa. Le prodezze più recenti le ha firmate Biraghi, autore di una doppietta su calcio piazzato a oltre quattro anni di distanza dall'ultima realizzata da Verdi nel 2017. Due perle che hanno reso il capitano viola il top scorer stagionale della specialità (3 reti, come Savanier del Montpellier) e issato la Fiorentina sul gradino più alto delle reti segnate su punizione nelle prime cinque leghe europee, a braccetto col Milan (4 gol ciascuna).

E in tema di calci piazzati, Francesco Lodi potrebbe tenere una lectio magistralis. Con i suoi 13 centri in Serie A da palla ferma (5 nel solo campionato 2012/2013), l'ex regista del Catania è stato il quarto miglior marcatore su punizione del decennio scorso, dietro a mostri sacri come Messi, Ronaldo e Pjanic. «Il tiro da fermo non si improvvisa. Dietro c'è uno studio vero e proprio, anche perché con le palle inattive si può risolvere una partita», racconta l'ex numero 10 rossazzurro. Che spiega così il calo realizzativo degli ultimi anni: «Le difficoltà per i tiratori sono aumentate. Tutte le squadre mettono il coccodrillo sotto alla barriera, che così può saltare senza preoccuparsi che il pallone venga calciato rasoterra. In più, i portieri lavorano molto al video studiando i battitori». Gli specialisti, quindi, devono fare altrettanto: «Posizione del corpo, composizione della barriera, postura e abitudini del portiere. Tutti elementi che possono fare la differenza per il buon esito di una punizione. Prendete il secondo gol di Biraghi col Genoa: ha intuito che Sirigu si sarebbe aspettato un tiro a girare sopra la barriera, dopo il gol del primo tempo, e ha modificato l'esecuzione beffandolo sul suo palo».

E allora ha ragione Mihajlovic, quando dice che la punizione va allenata costantemente. La ricetta del professor Lodi è semplice: «Non bastano le doti individuali, servono una ventina di minuti al giorno per praticare e affinare il gesto».

È così che nascono magie indimenticabili, come la sua contro la Juventus: «Forse il mio gol più celebre, anche perché non capita tutti i giorni di segnare a Buffon all'ultimo secondo del match. Ma ricordo con piacere anche la punizione contro il Lecce, appena arrivato a Catania, come quelle nei derby col Palermo».

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