Il ritorno dall'inferno di super Vingegaard. Riprende Pogacar e poi lo batte in volata

Il danese ad aprile era ricoverato con pneumotorace e costole rotte: "Emozione unica. Lo dedico alla famiglia"

Fonte: Twitter (@LeTour)
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Se non ci fossero questi due la tappa di ieri sarebbe stata il classico terreno di caccia per gli attaccanti. La classica tappa divisa in due: per chi insegue la vittoria parziale e chi pensa alla classifica generale. Invece ci sono quei due, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, che riescono a rendere tappe intermedie semplicemente spettacolari. Quando si dice essere fuoriclasse.

Una tappa di media montagna con sei colli, unita ad una andatura folle (46 orari la media delle prime tre ore) con due giganti della bici che decidono di darsele di santa ragione senza esclusione di colpi. Alla fine è il danese ad avere la meglio, in tutti i sensi, perché Vingegaard si porta a casa la tappa, precedendo lo sloveno allo sprint (già questa sarebbe una notizia).

«È una vittoria unica, speciale e inimmaginabile nelle ultime settimane, quando non sapevo se sarei tornato a questi livelli. Ero già felice di esser qui, vincere è un'emozione che dedico alla mia famiglia», racconta Vingegaard che il 4 aprile scorso era ricoverato in un letto di ospedale spagnolo con costole rotte e uno pneumotorace.

Clima torrido e volto stravolto per Taddeo, che è senza dubbio il grande sconfitto di giornata: scappato a 31 chilometri dal traguardo dopo aver mandato in ebollizione il gruppo grazie al lavoro dei suoi compagni di squadra, lo sloveno prima si fa mangiare da Vingegaard in salita il mezzo minuto guadagnato, poi perde la volata per la tappa. È altrettanto vero che aumenta il vantaggio su tutti gli altri rivali, ma quello che più lo fa penare è sempre lì, a 1'14 dalla maglia gialla. «Non ho potuto seguire subito Pogacar perchè il suo attacco è stato violento e fortissimo», ha spiegato il danese.

Sorpreso e sorprendente, per come ha corso e per come sta, Vingegaard. Meno bene stanno però Evenepoel, che paga qualcosa ma limita i danni (ora è a 1'06 dalla maglia gialla), così come Roglic, che cade in discesa nel finale e scivola ancora un po' indietro (4° a 2'15). Bene il nostro Giulio Ciccone, che chiude la tappa al 5° posto e risale in classifica generale: ora è 10° a 7'36.

Oggi tappa

numero 12: 203,6 chilometri con 2.200 metri di dislivello da Aurillac a Villeneuve sur Lot. Un tracciato che potrebbe sorridere alle ruote veloci ma che non esclude la possibilità di tentativi da lontano o colpi di mano.

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