Rivera: "Ma io preferivo vincere la finalissima"

«I 6 minuti con il Brasile mi sono rimasti qui A Schnellinger dico: hai fatto la cosa giusta»

Rivera: "Ma io preferivo vincere la finalissima"

Il primo italiano a vincere il Pallone d'oro, il primo a vincere la Coppa dei campioni, il primo della classe in tutto. Soltanto in Italia-Germania 4-3 Gianni Rivera, il più grande giocatore italiano di sempre, una vita divisa tra Milan e Nazionale, segnò per ultimo. Aveva già vinto tutto in Italia e nel mondo e con quel gol non conquistò nulla. Tranne, ovviamente, l'eternità.

Perché Italia-Germania 4-3 è ancora così popolare dopo mezzo secolo?

«Perché quei trenta minuti di supplementari sembravano non finire più. E infatti non sono finiti mai».

Si ricorda come avete festeggiato?

«Avevamo capito di aver fatto qualcosa di straordinario, ma ai Mondiali pensi subito alla partita dopo. Pensavamo di festeggiare in finale invece...».

Eppure senza quel gol di Schnellinger...

«Sarebbe stata una partita noiosa. Che nessuno oggi ricorderebbe più».

Vi sentivate durante il Mondiale?

«Con Karl? Mai. Eravamo in due città diverse, quasi in isolamento: ci era consentita qualche telefonata a casa e niente più. Eravamo milanisti quando avevamo la maglia del Milan ma quando ce la toglievamo eravamo altro».

E pensare che volevano mandarla a casa...

«Sentivo brutta aria intorno a me e allora sparai a zero sui dirigenti della Nazionale, soprattutto Mandelli che era quello che comandava. Era deciso a rispedirmi in Italia».

Cosa disse di così grave?

«Mi meravigliava il fatto che ci fossero problemi a farmi giocare. Stavo benissimo e non essendo fumatore come gli altri in altura respiravo meglio di tutti. Quindi perché?»

E invece?

«Dall'Italia arrivarono Rocco e Carraro per mediare. Fu decisivo il presidente federale Artemio Franchi: capì il motivo del mio sfogo e fece finta di niente».

Però?

«Finirono per inventare la staffetta facendo giocare Mazzola nel primo tempo e me nel secondo. Una follia».

Volevano farla tornare a casa ma c'è mancato poco che a casa non tornasse più.

«Quando abbiamo preso il gol del 3-3. Ero piazzato sul palo sinistro e quando vidi arrivare il colpo di testa di Seeler mi spostai per respingerlo».

E invece?

«La deviazione di Muller mi ingannò e la palla passò dove non doveva passare: tra me e Albertosi».

Che gliene disse di ogni...

«Non le riferisco perché siamo in fascia protetta...».

Immagino lo sconforto

«Pensai: o vado a segnare o in Italia non torno».

Voleva scartarli tutti.

«Si, ma quel muro di maglie bianche me lo sconsigliò».

Fortuna che arrivò il gol del secolo

«Ero convinto di aver tirato di sinistro invece avevo colpito di destro. La finta mandò Mayer a sinistra e io piazzai la palla a destra: sembrava non entrare mai come una sequenza al rallenty. Mi son tolto un peso dal cuore».

Perché questa rivalità tra Italia e Germania?

«Perché sono le due squadre europee che hanno vinto di più, perché per tradizione sono le due squadre più forti».

Adesso non è più così: l'Italia non è andata ai mondiali e la Germania ne ha fatto uno disastroso.

«Sono migliorati gli altri: i francesi, gli spagnoli. Tutto si è equilibrato, ma Italia e Germania torneranno grandi».

Ora che è allenatore farebbe giocare Rivera in finale?

«Dal primo minuto perché l'unico giocatore che doveva giocare la finale dall'inizio era lui. Almeno avremmo giocato alla pari. Mi è rimasta sul gozzo».

Poi ci fu quella frase ironica di Pelè...

«Disse, se lascia fuori Rivera allora l'Italia deve essere una squadra eccezionale. Non possiamo che perdere...».

Cosa vuol dire a Schnellinger mezzo secolo dopo?

«Mi verrebbe da dire: se stavi al tuo posto era meglio. Ma visto come è finita: Karl, hai fatto la cosa giusta...».

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