È una domenica nel quale il cielo piange a dirotto a Genova come molti dei presenti allo stadio Ferraris. Per la Samp pericolante in classifica c'è la difficile sfida con il Napoli, ma prima di tutto c'è il ricordo commosso di Gianluca da Cremona e Sinisa da Vukovar. L'addio a due uomini prima che calciatori che abbiamo salutato troppo presto.
Dopo la lettera aperta del presidente Figc Gabriele Gravina all'attaccante («tu sei la persona speciale che ha contribuito a rendere eccezionale un gruppo di persone normali...»), è un vortice di emozioni nella città «mamma buona» che ha accudito Vialli e Mihajlovic facendoli crescere e che loro hanno reso grande. Scritte, foto e fiori all'esterno dello stadio per Gianluca, con i papà che spiegano ai figli chi erano i due campioni, poi i video prima della gara che celebrano i loro gol, tanti, in carriera. E ancora striscioni nella curva doriana: «bomber, campione, leggenda», «con le lacrime agli occhi e un sogno spezzato del cuore, noi ti giuriamo eterno amore... per sempre Luca Vialli». Tanti numeri nove sugli spalti e anche sulle spalle dei calciatori di casa mentre effettuano il riscaldamento. Avranno i nomi di Vialli e Mihajlovic sul colletto e il lutto al braccio.
Un interminabile minuto di silenzio con i 22 giocatori, emozionati, nel cerchio del campo. Il presidente della Samp Lanna - 116 partite insieme a Vialli compreso il debutto con la maglia dell'Italia - in lacrime regge la maglia 9 e Stankovic, tecnico blucerchiato (un fratello per Sinisa, un amico per Gianluca), la 11 insieme ai tre figli dello scomparso calciatore serbo. Spalletti è piegato in segno di raccoglimento, forse prega, e poi abbraccia il collega dell'altra panchina, quasi a voler condividere il momento. A chiudere i brividi di un lungo e sentito applauso.
Ci pensa il Var (in sala c'è Valeri) a far finire la poesia e a far cambiare l'intensità da emotiva ad agonistica: 70 secondi dopo il fischio iniziale di Abisso contatto in area tra Murru e Anguissa, ne passano altri 268 prima che Politano vada sul dischetto a battere il rigore concesso, sbagliando, dopo l'on field review
. L'esterno del Napoli fallisce la conclusione, anzi è Audero che devia il pallone sul palo (terzo penalty sventato su cinque nell'annata), e Spalletti si arrabbia gettando via i guanti: aveva chiesto che il tiro dal dischetto fosse effettuato da Elmas. Cosa che avverrà dopo.
L'errore non condiziona più di tanto la gara del Napoli che riprende la sua marcia vincente dopo lo stop di San Siro. Decisivi il 10° timbro stagionale di Osimhen (piattone sul sesto assist di Mario Rui, per il terzo anno di fila doppia cifra realizzativa raggiunta), il giusto rosso a Rincon a fine primo tempo, e il rigore stavolta tirato e trasformato da Elmas. Spalletti ritrova subito i suoi («ho visto una squadra matura, vittoria di testa») e si prende il titolo d'inverno con due turni d'anticipo, arrivando al confronto di venerdì con la Juve forte di un +7 in classifica come sul Milan. L'inferiorità numerica costringe la Samp a una gara di attesa e possibili ripartenze, ma presta il fianco al Napoli che manca più volte il colpo del ko definitivo prima di trovarlo con il 2° penalty a favore (il Var conferma il tocco di braccio di Vieira in area).
Nel finale Stankovic - che non riuscirà ad onorare con un successo il ricordo dei simboli doriani - darà spazio ai 2003 Montevago e Paoletti (debutto in A). Ma il ko stavolta conta poco: bello il coro finale dello stadio per Luca Vialli.
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