Sarà per soldi, ma la F1 apre le frontiere

Lo fece col Sudafrica prima e a Est con l'Ungheria negli anni Ottanta

Sarà per soldi, ma la F1 apre le frontiere

La Formula 1 dà una mano pesante allo sportwashing del Golfo preparandosi a debuttare in Qatar, trentaseiesimo paese ad ospitare un Gran premio negli oltre settant'anni di storia del Mondiale. D'altra parte non possiamo meravigliarci visto che la Formula 1 andrà anche in Arabia Saudita, è stata in Bahrain e negli anni più bui dell'Argentina correva a Buenos Aires mentre fuori spariva la gente. Ma in fin dei conti la Formula 1 è andata ad Est prima che crollasse il muro di Berlino, ha frequentato il Sud Africa in anni di apartheid. Ha insomma sempre cercato di andare oltre. La differenza è che oggi racconta di farlo non per denari, ma per un obbiettivo ben preciso. Sono lontani i tempi dei boicottaggi. Oggi La Formula 1 e lo sport seguono un'altra politica. Meno Mandela e più Bismark forse.

Vanno in un paese per accendere i riflettori su quel paese e sui suoi problemi: «Credo che i riflettori accesi siano utili al cambiamento. Non credo che chiudere a questi paesi aiuti a migliorare la situazione, penso sia il contrario. Non significa che tutto sia perfetto, ma sono sicuro che quanto facciamo manda la storia nella giusta direzione», ha raccontato Stefano Domenicali alla BBC. «Ospitare questo evento significa sfruttare il potere della F1 per responsabilizzare tutti gli uomini e le donne, per promuovere ulteriori progressi, per sbloccare il potenziale di tutte le nostre persone. La partnership con la Formula 1 supporterà la diversificazione economica, incoraggerà la partecipazione e fungerà da catalizzatore per accelerare sulle riforme. Il Qatar ha approfittato dei riflettori che vengono dagli eventi sportivi internazionali per apportare cambiamenti positivi e duraturi», dicono dal lato loro gli organizzatori di Qatar e Arabia Saudita. Ripasseremo tra qualche anno per verificare se sotto i dollari c'è anche tutto il resto.

Per adesso prepariamoci a vedere che effetto fa la Formula 1 su una pista che da 17 anni ospita il motomondiale. Verstappen e Hamilton si giocheranno il mondiale su due piste nuove nelle ultime tre tappe. Chi avrà lavorato meglio al simulatore potrà partire con un discreto vantaggio, ma è inutile fare pronostici: negli ultimi tempi non ne è stato azzeccato uno. Intanto la guerra tra Red Bull e Mercedes ha raggiunto livelli mai visti con Toto Wolff che ha chiesto di rivedere alla moviola la manovra di Verstappen in Brasile. I commissari del Brasile sono stati chiamati ad un doppio lavoro.

Max non ha fatto una piega: «Siamo piloti, sappiamo esattamente cosa possiamo o non possiamo fare in macchina... ho cercato di controllare la macchina e oggi farei esattamente le stesse cose». Prepariamoci ad una gara calda anche se si correrà di sera quando sul deserto calerà la temperatura.

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