Scossa Milan, Ibra c'è. Pioli corregge Inzaghi su torti e favori arbitrali

Il tecnico punge: "Gli errori si compensano? Deve succedere qualcosa che finora non è successo..."

Scossa Milan, Ibra c'è. Pioli corregge Inzaghi su torti e favori arbitrali

Il derby di Milano continua. A distanza di poche ore, dopo lo 0 a 3 di coppa Italia e le polemiche sul gol annullato a Bennacer. Stefano Pioli parte da lontano con un elogio pubblico della sua tifoseria («sono i migliori, sicuramente loro hanno già vinto lo scudetto») prima di arrivare al tema dell'orario in contemporanea delle partite («sarebbe stato giusto, qualora continuasse questo equilibrio, far disputare alla stessa ora dello stesso giorno le ultime due giornate, ma è inutile parlare di un argomento che non posso controllare, nessuno ha chiesto il mio parere») e al nodo dei torti e favori che «a fine stagione si compensano» (dixit Simone Inzaghi). La domanda secca è la seguente: prendendo per buona questa tesi, cosa deve succedere perché nelle prossime 5 partite i conti di Pioli tornino? La risposta è altrettanto secca: «Deve succedere qualcosa che non è successo fino a oggi». Amplificate dai social, il botta e risposta tra i due tecnici ha provocato il solito fiume di veleni e aperto persino un dibattito deontologico sulla ammissibilità della domanda, segnale inequivocabile di come si faccia strada anche in questo pezzo di Paese il germe velenoso della censura.

Il derby continua allora dopo la mazzata di coppa Italia che qualche riflessione critica comporta, prima di fare la solita conta dei disponibili. Per esempio, sottolinea Pioli, «siamo usciti delusi dal derby anche perché non siamo stati bravi in episodi decisivi» e qui il riferimento esplicito è alla fase difensiva sui primi due gol subiti da Lautaro, con Tomori particolarmente insufficiente e colto di sorpresa per non tralasciare il rendimento di Kalulu. Anche la trattativa in corso tra Elliott e Investcorp, giunta probabilmente alla fase finale, non è motivo di distrazione: le notizie sul futuro provenienti da quell'ambito sono le più rassicuranti. Piuttosto è la Lazio «dal potenziale offensivo notevole e ben allenata» a rappresentare l'unico vero pensiero ricordando lo 0 a 3 della scorsa stagione che fece precipitare la classifica dei rossoneri. «Concentriamoci sulla Lazio perché sappiamo che come è accaduto in passato, da qui alla fine tutti giocheranno la partita della vita» è il messaggio lanciato allo spogliatoio e al resto del campionato.

All'Olimpico laziale Stefano Pioli torna guidato da un onesto rimpianto per il passato («non ho gestito bene il secondo anno» la confessione).

Non avrà Bennacer, il più in forma del centrocampo (distorsione alla caviglia) ma potrà contare sul recupero di Rebic («non c'è nessun caso, ha una tendinite cronica con cui fare i conti») e sulla presenza in panchina di Ibra, in questi giorni può diventare anche un mental coach al seguito del gruppo. Pioli e il Milan si lasciano scortare molto volentieri dallo svedese: «Zlatan è il faro di questa squadra, indomabile per come sta reagendo ai suoi acciacchi».

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