Se il governo fa catenaccio con la Lega

Regge la linea del non fermarsi. La via: meno alibi, meno Asl e più terze dosi

Se il governo fa catenaccio con la Lega

Siamo alle solite italianate. Il Covid avanza e tutti ci spaventiamo. Ma il calcio sempre più. Giusto? Sbagliato? Purtroppo del mondo pallonaro c'è sempre da diffidare, anche se stavolta sono le Asl a gestire il bussolotto: giocare? Non giocare? Ecco, in tutto questo si sente la necessità di una parola che dia ordine. Decisa, definitiva, al di là delle prese di posizione, talvolta contradditore(a seconda del Comune) delle Asl. Ieri è pure trapelata la notizia che, all'interno del gruppo rigorista del governo si sia affacciata l'ipotesi Fermiamo i campionati, magari fino a febbraio. Ma la risposta del resto della compagnia pare sia stata di sapor negativo. Ed è un bene se, stavolta, il Governo fa catenaccio insieme ai gestori del pallone. La lega calcio, infatti, ha opposto rifiuto a fermarsi. Siamo in Italia, lo sappiamo bene, e il caso di Juve-Napoli della scorsa stagione ha creato il precedente: prima una sconfitta a tavolino per il club di ADL, poi riabilitazione e partita da giocare. E così è (sarà), da quel giorno, per tutti coloro che non potranno disputare una gara con tanto di lasciapassare Asl. Ora pioveranno i 3-0 a tavolino, poi si giocherà: campionato strafalsato come l'anno precedente. Ieri abbiamo visto che le Asl comandano e il pallone deve adeguarsi. Non è corretto: va punito chi non crea le bolle, chi non si organizza nel modo migliore. Il calcio può andare avanti anche se diversi giocatori finiscono in quarantena. Capita in qualunque attività lavorativa. Altrimenti i club cosa se ne farebbero di rose lunghe. E, se necessario, dei Primavera? A mali estremi, estremi rimedi. E le decisioni della Lega sono avviate su questa strada.Il mondo va avanti, il calcio non può? Il governo pare tenere botta sulla capienza degli stadi: limite di spettatori ma non porte chiuse. Ed è evidente l'interesse dei club. Ma è meglio un match a porte chiuse, piuttosto che il solito balletto dl gioco-non gioco fino alla tarda sera prima: com'è capitato per Bologna-Inter. Le Asl sono guardie del corpo, non giudici decisionisti.

Ora tutti sappiamo che tanti (non tutti) calciatori sono un po' svagati nel gestire approcci e situazioni, però da professionisti

così ben remunerati va pretesa maggior attenzione e un numero di vaccinazioni adeguate: oggi si dice siano tre. C'è qualcuno che non ha nemmeno la prima. Forse più vaccini, meno alibi e meno Asl: sarebbe la giusta soluzione.

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