Sneijder declassa la Juve: first lady soltanto in Italia

Appena una vittoria per i bianconeri: troppo poco per la Champions. Tevez si batte bene ma è Drogba a fare la differenza

Sneijder declassa la Juve: first lady soltanto in Italia

Ha vinto l'italiano, hanno perso gli italiani, anzi il calcio del nostro campionato. Ha vinto Mancini che non voleva giocare la partita. «Perché questo non è calcio e, comunque, il risultato sarebbe stato falsato». E l'ha persa la Juve che poteva giocarsela meglio in tutti i sensi. Il Galatasaray e l'Europa affossano la migliore squadra di casa nostra (lo dice la classifica), sonoro schiaffone a tutti i pifferai nazionali. Vale per tutti, appunto, non solo per chi si tiene lo scudetto sul petto e magari rischia di vincerne un terzo.

L'Europa declassa la Juve con una cartolina che manda al diavolo tutte le idee di calcio spettacolo in nome degli interessi televisivi: match (certo, nel senso fisico) giocato su un campo di fanghiglia, non molto lontano da tanti altri visti in sfide di coppa negli ultimi 60 anni e nemmeno da quel San Siro a pronta rizollatura che, spesso, si riduceva a ignobile campo di patate. Quindi inutile scandalizzarsi.
Mancini ha provato a chiedere di rinviare tutto in nome del buon calcio, Conte (dice lui) ha annuito con un «I think so» che evidentemente non è stato recepito nella sua interezza inglese. La partita sospesa, martedì sera, per un campo che metteva in pericolo la salute dei giocatori, ieri era giocabile secondo l'Uefa: quindi nessun pericolo per i giocatori. «Prima era dangerous, poi non era più dangerous», detta con l'ironia sotto traccia di Conte. Ma, forse, erano più “dangerous” i turchi, intesi come squadra e non come pubblico secondo le solite banalità (già sentite anche in vista dei mondiali brasiliani) di chi guarda all'ambiente anzichè agli avversari.

Il campo era fangoso quasi al limite, ma per tutti. La Juve ha tirato poco e male (3 volte), il Gala ha tirato poco e meglio: tutto qui. Juve saltata su una mina spedita da Wesley Sneijder, nemmeno fosse ancora con maglia interista. Confezionata da una gran giocata di Didier Drogba, nemmeno si sia voluto prendere una rivincita sui miopi dirigenti bianconeri che l'anno passato gli preferirono Anelka. Stangata messa in scena dalla tattica gestita da Mancini che con i bianconeri ha un ruolino invitante. C'è stato un momento in cui la Juve poteva ingaggiarlo per la panchina. Invece... Da quel giorno Mancio ha collezionato tre pari e una vittoria. Con il City due pareggi nel 2010-11 in Europa league, qui un mezzo miracolo: ha preso in mano il malandato Galatasaray e, dopo due giorni, a Torino ha costruito la strategia valsa un pareggio. Qui non ha pensato al fango ed ha suggerito la miglior tattica possibile su questi campi: palla lunga e palla ai migliori. Appunto Drogba che ha costretto Buffon ad una parata salva collo e poi Sneijder che ha infilato una palletta fra le gambe di Bonucci, avendo fatto fesso anche Chiellini.

Sono stati sessanta minuti di gioco, ridefinito tamburello da Conte, in cui serviva essere fisicamente forti ed anche furbi, tatticamente avveduti. Alla Juve è mancato di tutto un po' ed ha perso nel momento in cui pensava di avercela fatta: le bastava un pareggio. I turchi sono stati molto più aggressivi ed hanno sfruttato le poche opportunità. Tevez si è battuto da giocatore di qualità e classe anche sul fango (qualcuno prenda nota) ma continua ad avere un brutto feeling con il gol in coppa. Drogba ha dimostrato cosa significa fare la differenza. Ancora una volta alcuni giocatori juventini hanno dimostrato un deficit internazionale. Ancora una volta la Juve mostra di non avere grande dimensione europea: l'anno scorso la sortita dalla coppa era sta medicata dalla forza riconosciuta dal Bayern, che non a caso è campione d'Europa. Quest'anno è stato (e sarà) peggio, molto peggio, al limite del disastroso.
La Juve ha meritato di chiudere con la Champions: lo dicono i risultati. Ha buttato quasi tutto con il pari a Copenaghen, e peggiorato la situazione facendosi rimontare a Torino dal Galatasaray. Conte ha ammesso le colpe, con onesta autocritica. La squadra ha vinto una sola partita, perse due e pareggiate tre: appena 6 punti, quanto quelli del 2000-2001 quando arrivò ultima nel gruppo dietro al Deportivo La Coruna. Quell'anno perse anche lo scudetto (stessa sorte nel 2009-2010), oggi ha tutte le chance per rivincerlo. Orgoglio vorrebbe che provasse a conquistare l'Europa League con finale a Torino.

Ma il cammino sarà subito duro: i punti la mettono in coda alle prime quattro retrocesse e l'avversaria sarà più qualificata. E questa Europa non vale proprio un triplete in campionato. Che dire? Juve non far la stupida anche stavolta.

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