Solo Julinho e Bertoni vennero accolti così

Mai uno come Mario Gomez a Firenze. O forse uno, Julinho, straordinario campione brasiliano degli anni '50 e '60. La società viola, dopo averlo strappato alla concorrenza nel 1955 con una cifra da capogiro, in dollari, vinse il primo scudetto e per due volte consecutive si classificò al secondo posto. Decisive le sue magie. Il compianto Montuori, altro grandissimo di quel periodo, ricordava di essersi fermato più volte in allenamento per ammirarne i colpi da funambolo e la sapienza tattica. Questa volta la storia è tutta da scrivere. Ma la città dei Medici sogna di vivere un nuovo rinascimento calcistico e di puntare al terzo titolo grazie ai gol di questo attaccante tedesco di padre andaluso, costato il giusto, che vanta credenziali da favola: 221 reti in 373 presenze in Bundesliga con un record di oltre 20 centri a stagione da 7 anni a questa parte. Un mostro. «La Fiorentina non è più una provinciale, ma una squadra da scudetto», parole di Conte, allenatore della Juventus, mica tifoso gigliato.
Con Batistuta o, andando più a ritroso, con Hamrin, la storia fu diversa. Perché l'argentino non arrivò campione a Firenze dove poi segnò 167 reti in 268 gare. E lo svedese, acquistato come alternativa a Julinho, s'era messo in evidenza solo nel Padova dopo essere stato scartato dalla Juventus per far posto a Charles e Sivori. Casomai ci può essere un legame con il duo Bertoni-Pecci che permise alla Viola di Pontello e De Sisti di insidiare fino all'ultimo minuto lo scudetto alla Juventus nel 1982.
L'acquisto di Gomez rappresenta un messaggio d'intenti da parte di Diego Della Valle che non è riuscito a competere con la Fiat nella corsa al Corriere delle Sera, ma che potrebbe dar fastidio alla Juventus in Serie A. Fra l'altro rischiando di chiudere il mercato in pareggio con le cessioni di Jovetic e Ljajic.

Gomez non è solo, ma si ritrova al centro d'una squadra che, nella scorsa stagione, parole di Ambrosini, non è stata inferiore a nessuno sul piano del gioco. E poi, particolare non insignificante, s'accompagna con Carina Wanzung, di cinque anni più grande, top-model innamorata di Palazzo Pitti. Entrambi da copertina. Firenze si può lustrare gli occhi.

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