Ventiquattro i milioni di motivi per il viaggio azzurro negli States. Venti intesi come italiani emigrati nel paese a stelle a strisce (previsto un incontro con la comunità a Manhattan nella serata di domani), citati dal ct in pieno spirito patriottico alla vigilia della partenza della Nazionale; quattro intesi quelli che finiranno nelle casse della Federcalcio per le amichevoli con Venezuela (un inedito, in programma stasera alle 22 italiane a Fort Lauderdale, 50 chilometri da Miami) ed Ecuador (due precedenti, uno nell'ultima avventura statunitense della Nazionale con Lippi nel 2005, in calendario domenica alle 21 a Harrison, nello stato di New York).
Le vicissitudini dell'ultimo periodo (il presidente Figc Gravina indagato, il caso Acerbi - escluso dal gruppo azzurro - accusato di una frase razzista da un avversario) non sono il miglior viatico per la trasferta. Se a questo aggiungiamo l'ormai cronico problema del centravanti (non c'è un italiano nei primi 13 della classifica marcatori di serie A, evento mai accaduto), quello dell'infortunato Berardi e di un modulo alternativo da trovare - insieme ai calciatori adatti per svolgerlo - per diventare meno prevedibili (stasera potrebbe essere proposto un 3-4-2-1), ecco che Spalletti appare sempre più un uomo solo al comando. La tournée negli Usa, al di là del valore degli avversari sudamericani, rispettivamente numero 50 e 32 del ranking Fifa, sarà un'opportunità per testare alcuni debuttanti (Lucca, il giocatore di movimento più alto della serie A, Folorunsho, Bellanova e Cambiaso) e valutare lo stato degli altri. A cominciare da Chiesa, definito il Sinner della nostra Nazionale ma che sta vivendo una stagione non brillante e che oggi dovrebbe trovare spazio dietro l'unica punta Retegui.
E a proposito di Sinner, pronto al debutto nel secondo Masters 1000 della stagione tennistica a Miami, ieri visita a sorpresa agli azzurri al Chase Stadium, sede della gara di stasera. «Mamma mia», il commento di Spalletti al momento dell'abbraccio con il 22enne altoatesino numero 3 del mondo prima della foto di gruppo con la squadra che lo ha applaudito più volte. «Diventerebbe facile parlare di autodisciplina, motivazioni, basta prendere un pezzetto di lui», il messaggio del ct. Lo stesso che Spalletti usa parlando del povero Vialli, di Gigi Buffon ora capodelegazione azzurro («ti seguiamo con grande orgoglio, anche i miei figli che prima il tennis non lo vedevano, ora tutti parlano di te come una volta seguendo Luna Rossa si parla di boline e di boe...
», così l'ex portiere a Sinner) e di Chiellini e di Cannavaro, testimonial azzurri negli Usa. Con gli Europei di Germania ormai alle porte (mancano meno di tre mesi al nostro debutto contro l'Albania), l'augurio è che il viaggio oltreoceano della truppa spallettiana possa essere ricco di conoscenze.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.