dal nostro inviato a Marsiglia
Un cognome di origini alsaziane, al confine con la Germania che ha "giustiziato" in campo; un numero di maglia che non è il dieci degli illustri predecessori tra i Bleus (i palloni d'Oro Platini e Zidane); una carriera lontano dalla Francia che lo rifiutò sin da piccolo perchè ritenuto troppo basso e fragilino. Oggi Antoine Griezmann, il petit diable di Macon, la città più a sud della Borgogna, è l'eroe della patria. "Marchons, marchons", urlavano i tifosi transalpini al Velodrome, citando la Marsigliese, dopo la doppietta dell'attaccante. Che a 14 anni, mentre era in prova al Montpellier, fu notato in un'amichevole dai dirigenti della Real Sociedad di San Sebastian. Da allora - era il 2005 - non ha più lasciato la Spagna e ora è blindato dai Colchoneros dell'Atletico Madrid (servono 50 milioni per portarlo via dal Vicente Calderon). "Vamos", è il suo urlo dopo un gol, il suo ringraziamento a chi lo ha fatto sfondare nel calcio. Lo ha fatto anche giovedì sera a Marsiglia ma è passato quasi in secondo piano visto l'esito della partita. L'idea del ritorno in patria non lo tocca minimamente, ma per la Nazionale dà tutto in campo.
Ieri il quotidiano spagnolo Marca lo ha definito Griezmannix il gallo, accostandolo al celebre personaggio francese dei fumetti Asterix. E le sue parole a caldo dopo il trionfo con la Germania sono state quelle di un francese doc: «Spero di non fermarmi più in questa favola, di continuare a segnare anche contro il Portogallo e di aiutare la squadra a prendersi l'Europeo. Il nostro dovere è vincere le partite, per dare gioia ai francesi, si vede che sono fieri di noi». A Parigi e in tutto il paese sono impazziti di gioia. Una gioia che ha provocato purtroppo un morto, un 60enne vittima collaterale di una rissa scoppiata a Belfort, nella Francia nord-orientale, e scontri nella capitale tra tifosi e polizia, ma anche i festeggiamenti di migliaia di supporter radunati davanti al maxischermo sotto la Tour Eiffel. E in tv ascolti record per i Bleus di Deschamps: 19,2 milioni su Tf1, l'emittente di stato francese, con uno share del 68,8% (secondo solo alla finale mondiale con l'Italia del 2006), 29,8 milioni su Zdf, l'emittente tedesca che ha avuto uno share di oltre l'80%, in Italia (tra Rai e Sky) si è toccato quota 11 milioni.
Numeri che fanno effetto, come quelli della stagione di Griezmann. Ventidue reti in Liga (primo nella classifica marcatori dopo i marziani di Barcellona e Real), 7 in Champions, con l'errore dal dischetto nella finale di Milano con il Real, già 6 più due assist all'Europeo. Gli accostamenti a Platini, il padre del torneo a 24 squadre, sono arrivati subito. «Sono contento per i gol, ma sono ancora lontano da Platini, spero un giorno di avvicinarmi a lui», così la punta francese che ha trovato la sua posizione ideale in campo dietro a Giroud. «Sta rispondendo alle critiche e si è preso una grande responsabilità sul rigore e lo ha tirato bene. Nel secondo tempo era nel posto giusto al momento giusto e ha raddoppiato. Sono contento per lui, è il nostro piccolo Monsieur Plus», così il compagno d'attacco di Griezmann.
Che non ha pensato nemmeno per un momento all'errore di San Siro del 28 maggio scorso. «Ho avuto un'altra possibilità di tirare un rigore in una partita importante - ha raccontato il petit diable -. Sono riuscito a mantenere il sangue freddo, ma ero sicuro di segnare». Ora la nuova sfida a Cristiano Ronaldo, gli ottimisti dicono che se Antoine farà una grande finale e porterà la Francia sul tetto d'Europa dopo 16 anni potrà avere chance per il Pallone d'Oro. «Noi favoriti? Siamo sul 50 e 50, è una finale e può succedere di tutto.
Dobbiamo tenere i piedi per terra e lavorare per essere al meglio». Intanto l'emigrante forzato sogna un gol a St.Denis. E magari una lucidata allo scarpino destro, come fece il compagno Payet dopo la sua rete all'Irlanda...
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