Poco prima delle 16 la notizia sulla pagina twitter dell'Inter: accordo totale con il Bayern Monaco per Xherdan Shaqiri, mancano solo le firme sui documenti.
Il 23enne centrocampista svizzero non era nella lista dei convocati per il ritiro invernale in Qatar e in mattinata non si era allenato con Pep Guardiola fugando ogni dubbio sul suo futuro. Pochi minuti dopo le 18 anche il Bayern si palesa e ufficializza sul proprio sito la sua cessione, precisando che le due società hanno preso accordi per non rendere noti i dettagli economici dell'operazione. Prestito secco e 13 mln a giugno per il riscatto, un altro milione è previsto se l'Inter arriverà al terzo posto e un altro milione sarà versato se Podolski giocherà almeno quindici gare fra campionato, coppa Italia e Europa league. Grande colpo e grande operazione di mercato. L'incontro di Monaco è durato poco più di un paio d'ore, l'Inter era tranquilla, attendeva solo l'ok del Bayern che aveva alcune faccende interne da sistemare, come è squillato il telefono Piero Ausilio e Marco Fassone hanno preso il volo con la certezza di tornare a Milano con Shaqiri e ieri sera il terzetto è sbarcato alle 21,50 all'aeroporto di Malpensa. Questa mattina le visite mediche poi la firma sul quadriennale da depositare in Lega, scadenza giugno 2019 a tre milioni a stagione bonus compresi. Trapela che il Liverpool offriva 20 mln, determinante la volontà del giocatore e la riconoscenza di Karl Heinz Rummenigge verso il suo vecchio club.
Roberto Mancini sta rivoltando l'Inter come un calzino, ha chiesto e ottenuto, e alle 17 era nella sala conferenze di Appiano con la maglietta numero 11 di Lukas Podolski: «Non credo ci sia bisogno di presentazioni per un campione del mondo che conoscete tutti». Ha lasciato il microfono sul tavolo e ha tolto il disturbo: «Lui qui farà la differenza. Penso che abbiate qualcosa da chiedergli». Il tedesco di origini polacche dopo la brillante esibizione nei secondi quarantacinque minuti offerta allo Juventus Stadium si è subito dichiarato: «Sono qui perché all'Arsenal non giocavo, sono qui perché questo è uno dei dieci club più prestigiosi del mondo e sono qui perché la sua fama in Europa regge». Tedesco da immigrato, parlata dura e veloce: «Qui all'Inter un'accoglienza unica. Qualcosa di straordinario e inatteso. Mai successo. Quando ho visto il logo dell'Inter è stata una grande emozione, ho capito di essere arrivato in un club glorioso. Unico. Poi quando ho visto la maglietta con il mio nome nello spogliatoio di Torino è montato tutto, bello esordire subito contro la Juve e ottenere un buon risultato. Mi dà tanta fiducia». Quando gli hanno chiesto perché ha scelto l'Inter, Lukas ha parlato di Ronaldo: «Lui è il mio grande idolo, ci siamo sentiti, mi ha raccontato la sua esperienza in questo club e mi ha convinto, ma ora non chiedetemi cosa farò fra sei mesi, sono in prestito, decideranno le società, ora devo solo pensare a riportare l'Inter in Champions. Ce la posso fare».
Podolski, Shaqiri, e il Mancio non si ferma. Ha parlato con Lucas Leiva e lo ha convinto, ma qui la pista è tortuosa, al Liverpool è titolare fisso con Brendan Rodgers e in Premier non si accettano prestiti, o compri o lasci. Poi c'è Lassana Diarra che ha chiesto l'arbitrato Fifa per i pagamenti arretrati e lo svincolo immediato dalla Lokomotiv. L'Inter non intende intromettersi, se il giocatore si libera sa già chi lo aspetta.
Adesso il Mancio ha gli esterni che chiedeva ma si aprono anche tre zone d'ombra: la necessaria cessione di un pezzo grosso a centrocampo, gli indiziati sono Hernanes e Guarin, i tre squalificati per la gara di domenica con il Genoa a San Siro, e la grana Osvaldo che ieri si è allenato a parte come anticipato dalla società dopo il fattaccio dello Juventus
Stadium. È rottura conclamata, lo vuole il Boca, al Southampton non intende tornare, in Italia hanno già chiesto informazioni Fiorentina, Torino e Juventus, ma la più decisa sembra il Milan. L'argentino andrà via già a gennaio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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