Il top del tennis è qui. E ci siamo pure noi

Spettatori e protagonisti del grande show: Berrettini c'è, Sinner in attesa

Il top del tennis è qui. E ci siamo pure noi

Ci siamo, sono pronti. Lo è Djokovic («la pausa mi ha fatto bene»), lo è Medvedev («Ho perso a Bercy con Nole, ma ho capito come aggiustare alcune cose»), lo è soprattutto Matteo Berrettini: «Sento una grande pressione, ma è una pressione buona». Resta da sapere se siamo pronti noi, che per anni abbiamo inseguito i sogni degli altri vedendo gli eroi del Masters - così si chiamava una volta - sempre da lontano. Sembra incredibile: i Maestri adesso sono qui.

Torino apre le porte agli Dei del tennis, in quelle che oggi si chiamano Nitto Atp Finals. La modernità è fatta di sponsor e di slogan, ma l'anima non la puoi cambiare quando gli otto migliori di uno sport si ritrovano a scegliere chi sia il migliore. La cosa incredibile - credeteci, per chi è di una certa generazione - è che tutto questo succeda in Italia. E per di più con un italiano, quasi due (Sinner è la riserva), in mezzo al campo.

Insomma si comincia oggi, prima con una sfida di doppio e poi, alle 14, con il match inaugurale del gruppo rosso tra Medvedev e Hurkacz. Alle 21 poi il cuore batterà forte con Matteo che sfida Sasha Zverev, poi domani il gruppo verde con Djokovic-Ruud e Tsitsipas-Rublev. La formula è sempre quella unica, ovvero due gironi da quattro con i primi due che si incrociano in semifinale. Insomma quella meno tennistica di tutte perché alla fine chi vince potrebbe aver perso una partita durante il percorso. Ma questo è show, ai massimi livelli, ed è ancora più show il fatto che a Torino si siano visti il numero uno e il numero due del mondo - appunto Djokovic e Medvedev - organizzare una sessione di allenamento insieme: «Per giocare le partite devi fare pratica con qualcuno alla tua altezza - ha detto il russo - se stai a pensare che l'altro possa carpire i tuoi segreti allora non ti alleni mai». Novak intanto appare pimpante, dopo aver vinto Bercy. Mentre Berrettini, che a Parigi non è andato per stare alla larga da problemi dell'ultimo minuto - è alla seconda apparizione alle Finals. Alla prima era troppo emozionato, qui parte con lo sguardo delle grandi occasioni: «La gente sarà dalla mia parte». Un pubblico al 60% della capienza, perché per il CTS il Covid purtroppo non ammette deroghe alla Storia anche se il comitato organizzatore, in accordo con Comune, Regione, Prefetto e Questore, ha chiesto alle autorità di Governo un ampliamento almeno del 7,5% della capienza, che consentirebbe validità a tutti i biglietti già emessi.

Ci

siamo insomma: domani sapremo anche se il gomito di Tsitsipas gli permetterà di giocare o se Sinner avrà la sua chance, intanto da oggi il mondo del tennis siamo noi. Più che un sogno è una fantastica realtà. Siamo pronti?

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