Van Basten e il nazismo: da cigno a brutto anatroccolo

Gaffe in diretta tv dell'ex milanista: irride con un saluto nazista un telecronista olandese

Van Basten e il nazismo: da cigno a brutto anatroccolo

Un'ingenuità. Specie perché nel terzo millennio la gaffe è sempre dietro l'angolo. Con i social si è sempre in onda, sempre in diretta, sempre collegati al pubblico che è assetato di polemiche. Sabato sera Marco Van Basten ha commesso un grave errore. Forse perfino più di uno: il primo è stato quello di scherzare su cose sulle quali non si dovrebbe ironizzare, la seconda è farlo senza rendersi conto di essere in diretta su Fox Sports.

L'ex attaccante del Milan voleva deridere un giornalista olandese che ha parlato tedesco con Frank Wormuth, tecnico dell'Heracles, nato e cresciuto in Germania, ma lo ha fatto pronunciando una frase di stampo nazista: Sieg Heil (letteralmente saluto alla vittoria, una delle formule utilizzate dal regime nei raduni di massa). Van Basten ha immediatamente chiesto scusa, provando a giustificare la gaffe: «Non volevo scioccare nessuno, volevo solo scherzare sul tedesco di Hans. La mia è stata una battuta infelice». La figuraccia è acuita dal fatto che Van Basten è ambasciatore del calcio per la Uefa, che è esploso nell'Ajax (la squadra del ghetto...) e che, in seguito alle offese indirizzate ad Ahmad Mendes Moreira, giocatore dell'Excelsior Rotterdam, l'Eredivisie avesse dedicato proprio questo turno di campionato alla lotta al razzismo e alla discriminazione.

Tutto questo è stato comprensibilmente stigmatizzato dai dirigenti del canale olandese di Fox: «Quella di Marco è stata un'uscita inappropriata. Non solo oggi che volevamo mandare un segnale contro la discriminazione, lo sarebbe stata sempre». La polemica però non sembra placarsi: Van Basten è stato trend topic sia in Olanda che in Germania, a dimostrazione del clamore dell'episodio (e della voglia del pubblico di fare polemica).

Al momento non è chiaro se per Van Basten ci saranno conseguenze con la Fox, ma proprio il clamore suscitato dall'accaduto può creare problemi all'ex bomber del Milan. Esattamente come il suo status di leggenda del calcio e di ambasciatore della Uefa, paradossalmente, non fanno che aumentare il polverone intorno a lui.

Perché dopo gli oltre 300 gol segnati in carriera, vedergli fare un'autorete così palese stupisce. Lui, da calamita mediatica qual è, uno scivolone così non poteva permetterselo. Anche se voleva essere solo una battuta. Perché in realtà è stata una grossa ingenuità. Un canto stonato, del cigno di Utrecht.

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