Il vecchio calcio affonda, quello nuovo va in F1

Vertice delle big inglesi per una champions stile Circus

Il calcio è un gioco ma dura poco. Dura pochissimo se non si hanno i denari necessari, non a competere ma ad essere in regola. Una questione di denaro, niente affatto vile ma indispensabile nel mondo dei professionisti. È finito il tempo delle mele, lo sperano tutti anche se molti viaggiano sul Titanic. Il nuovo calcio corre velocissimo, il vecchio calcio affonda, lentamente, inesorabilmente. L'Uefa ha messo fuori dai giochi, Champions league o Europa league, per due anni, i turchi del Galatasaray che non hanno rispettato le regole previste dal Financial Fair Play (non versati stipendi e contributi ai tesserati e non resi trasparenti i bilanci). La sanzione avrà effetto a partire dall'estate 2016 e, nel caso in cui il club non dovesse qualificarsi per una delle due competizioni, scatterà nella stagione successiva, sempre per due anni. In contemporanea al verdetto dell'ente europeo sull'isola della Regina, sito di Londra, all'hotel Dorchester, si sono radunati alcuni uomini del board dei cinque club più pesanti, i due Manchester, United e City, il Chelsea, l'Arsenal e il Liverpool (il Tottenham si è detto spiazzato per non aver ricevuto l'invito), radunati da mister Stephen Ross che è un multimilionario imprenditore statunitense, azionista di riferimento della Relevent Sport che organizza le trasferte in Asia, Australia e Usa delle squadre più importanti d'Europa, le inglesi, le tedesche, le spagnole, le francesi e le italiane per una specie di International Champions Cup, il tutto in cambio di diritti televisivi, sponsor e ingaggi sontuosi. Nell'incontro che doveva essere carbonaro ma, secondo stile yankee, si è svolto a spalti gremiti di fotografi e spettatori, si è parlato della Superleague, un tema che è già all'ordine del giorno per l'ECA, l'associazione dei club europei che vede iscritti Real Madrid, Barcellona, Chelsea, Bayern, Atletico di Madrid, Benfica, Paris Saint Germain, Juventus, Arsenal, Borussia Dortmund, Shalke 04 e Valencia ed è presieduto da Karl Heinz Rummenigge e da Andrea Agnelli con la presenza ai vertici di Umberto Gandini. Un progetto che viaggia nel futuro, nella svolta del football non soltanto continentale, seguendo la traccia della NFL, la lega del football americano e della Formula Uno di automobilismo, un circo di grandissima professionalità e di altissima qualità che garantisce spettacolo e un circuito estremo di interessi finanziari. Il calcio (quello italiano fra i primi) che affoga nei provincialismi e nella miopia di chi lo governa, soprattutto la Lega di serie A, ha capito che è arrivato il momento di fare punto e a capo. È un attacco all'Uefa e alla Fifa? Può diventarlo, i club inglesi riuniti a Londra hanno provveduto subito a smentire il colpo di stato ma il disegno è chiaro, anche se va dimensionato al potere dell'Uefa e della Fifa che potrebbero porre un veto ai propri tesserati, federazioni e club (arbitri compreso), negando loro il permesso di partecipare a manifestazioni fuori dalla loro competenza e giurisdizione. Il conflitto o contrasto andrà risolto ma il tempo va a scadere.

Cina e India sono in coda con gli stessi interessi; nel backstage della vicenda, superleague e lotta Fifa, si muove l'ombra dell'America che vuole mettere le mani definitivamente (anche con l'intervento dell'Fbi come già visto), sul giocattolo più popolare e più redditizio a livello mondiale. Cina e India sono in coda. Il kolossal è pronto, il resto è film muto. TD

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