La rivincita di Seb è arrivata quando meno ce l'aspettavamo. L'ha servita fredda come tutte le vendette che meritano un certo rispetto. Ma Vettel è prima di tutto un gentiluomo e anche in un giorno in cui avrebbe potuto togliersi qualche soddisfazione, ha voluto vedere soltanto il lato positivo della vita. Anzi ha pure girato un super spot pubblicitario per il ragazzo che lo ha accompagnato alla porta con il sorriso. «Charles ha superato la Racing Point, ma ha bloccato le ruote in curva 12, così mi sono infilato ha detto Seb a fine gara - e per poco non riuscivo anche a prendermi il secondo posto. Mi spiace per lui, e capisco che sia molto arrabbiato per quello che è successo perché per molti aspetti mi rivedo in lui. Ma è talmente forte che presto questa giornata avrà nella sua mente un peso irrilevante. Ha disputato una grande gara». Tutto questo pochi minuti dopo che Charles in radio aveva sbroccato gridando in mondovisione: «Sono un cog sono un cogl ho rovinato tutto». Seb sale sul podio dove mancava dal Gran premio del Brasile dello scorso anno, ma prima dello champagne va da Hamilton che è ancora in macchina, si toglie i guanti e si abbassa a fargli i complimenti. Qualche anno fa erano 4-4 nel conto dei mondiali vinti. Oggi Lewis lo ha quasi doppiato, ma proprio in Turchia in una pazza corsa da uomini veri, Seb ha dimostrato di non meritare la pensione dove voleva mandarlo la Ferrari. Magari non è più il Vettel di una volta, non avrà la fame e la cattiveria necessari per diventare un super campione, ma resta un pilota che in certe condizioni può fare la differenza. Qui l'ha fatto in partenza (da undicesimo a terzo) e all'ultimo giro, quando conta. E non sarà un caso se sul podio della gara più infida della stagione sono finiti tre piloti che totalizzano 98 anni. Al raduno mancava soltanto Kimi. L'esperienza conta. Ditelo a Charles che ha commesso più errori qui che in tutto il campionato o a Max che per due volte è finito in testa coda a 360 gradi.
Dall'acqua che nel luglio 2018 lo ha fatto scivolare fuori pista e lontano dai sogni, all'acqua che lo ha riportato sul podio. Sebastian Vettel ha ritrovato sé stesso proprio sull'elemento che lo aveva tradito mandandolo irrimediabilmente in crisi al Gran premio di Germania di due anni fa quando in testa al mondiale c'era lui. Sembra quasi uno scherzo del destino.
Come il fatto che sia salito sul podio con il campione che lo ha ridimensionato e il pilota a cui l'anno prossimo soffierà il sedile in Racing Point/Aston Martin. Per la prima volta quest'anno la Ferrari è la scuderia che ha ottenuto più punti. Non dite che bastava lasciare a casa Binotto. Dite piuttosto che bastava recuperare quel tedesco con l'animo da meridionale.
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