Christian Vieri, l'Inter e la Telecom. Un triangolo pericoloso e le ombre dello spionaggio. La causa è ormai definitiva. I giudici della Corte d'Appello di Milano hanno messo un altro tassello a questa intricata storia. La sentenza di primo grado è stata, infatti, ribaltata a sfavore dell'ex calciatore nerazzurro. Che adesso, come ricostruisce il Corriere della Sera, deve pagare tutte le spese legali.
Vieri aveva intentato una la causa contro l'Inter e la Telecom. L'accusa era pesantissima: spionaggio. Risalirebbe a quando l'ex attaccante giocava a Milano. La security di Telecom, guidata da Giuliano Tavaroli, aveva messo le mani sui tabulati telefonici portando avanti "indagini illecite". Il calciatore, che aveva accusato le due società di averlo fatto cadere in depressione, aveva chiesto 12 milioni di euro alla Telecom e 9,25 milioni all’Inter. I giudici di primo grado gli avevano dato ragione riconoscendogli un risarcimento di un milione di euro. In appello, poi, i giudici avevano rivisto, pesentamente al ribasso, il risarcimento. Dalla Telecom doveva avere "solo" 80mila euro e dall'Inter 40mila.
Il terzo passaggio in Aula è toccato alla seconda sezione civile della Corte d'Appello, presieduta da Alberto Vigorelli. Per i legali del calciatore le "indagini illecite" sarebbero durate quattro anni e non, come ritenuto dalla Corte d'Appello, quattro mesi in un primo periodo e altri due mesi in un secondo.
Come spiega il Corriere della Sera, l'impugnazione è stata, però, rigettata perché, a detta dei magistrati di Milano, il conteggio della durata delle "indagini illecite" non sarebbe sbagliato ma frutto di "una valutazioni del giudice". Ora Vieri dovrà versare 33mila euro alle due società per pagare le spese legali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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