«Non dite che sono bravo, penso solo di essere nato sotto una buona stella». Beppe Martinelli cerca di minimizzare il suo ruolo, la sua posizione di tattico della squadra, nonostante i numeri dicano il contrario, visto che con questo Giro la sua personale galleria di successi nei Grandi Giri si arricchisce dell'ennesima gemma: 6 Giri d'Italia, due Tour de France e una Vuelta. Pochi possono vantare un palmares di questo tipo e di tale valore.
«Cosa posso dire, sono solo fortunato, perché ho davvero la fortuna di aver avuto al mio fianco corridori che hanno fatto la storia dice lui quasi schermendosi -. Ho vinto con Marco (Pantani, ndr), Garzelli, Cunego, Simoni e due volte con Vincenzo. Questi sono campioni, due però sono fuoriclasse. Sì, Marco e Vincenzo fanno parte di un'altra categoria di atleti, e credi a me: Vincenzo è un atleta immenso, forte in tutto. Marco era il più grande scalatore della storia, Vincenzo è semplicemente grande: non per niente fa parte già di una ristretta schiera di corridori che possono vantare la tripla corona, quelli che nella loro carriera hanno vinto almeno una volta tutti e tre i Grandi Giri. Merckx, Anquetil, Gimondi, Hinault e Contador. Ti rendi conto? Lui è assieme a questi mostri sacri del nostro sport».
Beppe parla mirando da lontano Vincenzo sul podio: gli occhi sono lucidi e tradiscono l'emozione. «Sono davvero molto felice. Quanta sofferenza in questo Giro, ma che gioia alla fine. Io sapevo che con uno come Vincenzo tutto era possibile. Abbiamo sofferto come dei matti, ad Andalo ho pensato: è tutto finito. Ma non avevo fatto i conti con lui, con questo ragazzo eccezionale. Non ho mai provato nulla di simile nella mia carriera: pensa, questo per me era il 32° Giro, di cui 8 da corridore».
È venuto fuori e a rivelarlo è l'allenatore del siciliano, Paolo Slongo, che Vincenzo prima della cronoscalata dell'Alpe di Siusi aveva avuto una notte un po' difficile e turbolenta, per problemi gastrointestinali.
«So che qualcuno può pensare e dire: ma lo dite ora? Certo, certe cose non si dicono, già eravamo messi male se poi comunichiamo anche che Vincenzo ha qualche problema fisico gli avversari ci fanno neri In
ogni caso è andata bene è sono felice come un bimbo. Ma il merito è dei ragazzi, non delle mie tattiche. Sono loro che ci mettono le gambe, e poi Vincenzo: lui è il vero protagonista di una cosa che resterà nella storia».
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