La prima volta di Messi con la sua Argentina. Ma il Brasile non piange

La Pulce: "Dio mi stava preparando questo momento". Disinteresse dei tifosi verdeoro

La prima volta di Messi con la sua Argentina. Ma il Brasile non piange

La prima vittoria di un trofeo di Lionel Messi con l'Albiceleste ed un disinteresse generalizzato da parte dei tifosi brasiliani. Queste le due cose mai accadute prima d'ora e viste l'altroieri nella vittoria in finale di Coppa America dell'Argentina sul Brasile al Maracanà. Continua, invece, per la Seleçao la maledizione delle finali nell'arena carioca, dopo quella del 1950 persa dall'Uruguay.

«Sento che Dio mi stava preparando questo momento, contro il Brasile in finale e nel loro paese. Un sogno!». A parlare così è Messi che si è parzialmente rifatto della delusione della finale persa dai tedeschi sempre in Brasile, al Mondiale del 2014. Quello delle 7 pappine prese dalla Seleçao in semifinale contro la Germania, a conferma del fatto che quando ospitano manifestazioni di alto livello i brasiliani proprio non ingranano. Anche se non ha segnato, il campione del Barça ha stravinto il derby dei numeri 10 con Neymar ed è raggiante. «Avevo sognato molte volte di diventare campione con la mia nazionale ed avevo anticipato a Di Maria (l'autore del gol dell'1 a 0) che avremmo vinto». La nota stonata spetta così al provocatorio portiere della Seleccion Emiliano Martinez, eroe nella lotteria dei rigori in semifinale con la Colombia: volgare il suo festeggiamento con la Coppa.

La cosa più sorprendente è però che nel paese del samba e del futebol è mancata totalmente l'atmosfera di una finale. Anzi, a chiedere ai brasiliani sembra quasi importare nulla della sconfitta, una conferma arrivata anche da share tv mai così bassi. «Senza spettatori, manca qualcosa», spiega Thiago Bri, il proprietario del ristorante Dantes a Rio de Janeiro, che ha avuto i tavoli pieni «per la finale ma solo grazie agli argentini che vivono qui in Brasile». «Il livello tecnico è molto migliore all'Europeo», ci spiega Joao Pedro, un dipendente pubblico che da Brasilia non si è perso nessuna partita dell'Italia ma che non ha neanche seguito la finale del suo Brasile «perché qui non interessava a nessuno». «Lunedì mattina ho saputo che avevamo perso da un collega di lavoro e, non fosse stato per lui, neanche me ne sarei accorta», conferma Roseline, barista di San Paolo.

A differenza di quanto accadeva sinora per qualsiasi match contro la rivale storica Argentina, stavolta non c'è stato nessun urlo per strada e neanche uno straccio di squillo di trombe al fischio d'inizio. Silenzio tombale sia in favela, che nei quartieri della classe alta. Per gli analisti a far disamorare i brasiliani almeno cinque fattori.

In primis uno scandalo di abusi sessuali nella federazione brasiliana di calcio, la CBF, poi la polemica sullo svolgere la Coppa America in uno dei Paesi più colpiti dal Covid19 al mondo, terzo per la politicizzazione dell'evento da parte del presidente Bolsonaro e, quarto, lo scandalo della corruzione sui vaccini che ogni giorno è teletrasmesso e fa più audience di una Seleçao mai così poco amata in Brasile. Infine forse il fatto che, per la prima volta, ad avere l'esclusiva a trasmettere la Coppa America, è stato il canale SBT e non il gigante Globo.

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