La prima crono individuale di questa Vuelta ricalca in parte quella dello scorso anno: la zona è la medesima, la salita pure. Nell'edizione passata, però, l'Alto de Moncayo aveva un peso specifico maggiore, stavolta è una crono più semplice, almeno dal punto di vista altimetrico. Si salirà solo per un terzo dei 37 chilometri complessivi, il resto sarà tutto in discesa tranne gli ultimissimi chilometri che vanno a spianare. Si parte all'insù, dunque, con 8 km pedalabili sui quali però servirà cautela, le energie vanno gestite con oculatezza in una prova di questo tipo. La strada poi concede qualche centinaio di metri di respiro, prima di affrontare la parte di ascesa più dura.
Il Gpm di giornata è l'Alto de Moncayo - 3° categoria - che inasprirà gli ultimi due chilometri di salita della prima parte del percorso. Dopo aver scollinato, al km 11, sarà tutta discesa fino all'arrivo. Il territorio circostante è arido, immerso nel nulla tanto da richiamare il deserto. Per un altro terzo di tappa, sino al km 29, si corre in una strada secondaria, poco rassicurante e in cui non manca la polvere. Il caldo potrebbe rappresentare un'insidia in più. Da Bulbente in poi, per l'ultima parte, si ritrovano le strade cittadine: la "Nacional 122" porta dritti fino a Borja. La pendenza punta sempre verso il basso, ma non è una discesa da fare di potenza, spingendo a tutta, servono di più le doti di guida per impostare al meglio le traiettorie.
Solamente gli ultimi 7 chilometri sono riservati agli specialisti della crono, decisamente troppo pochi per scavare grosse differenze. Non si arriverà nel centro storico di Borja, evitando così le stradine strette della città medievale, tuttavia non mancheranno le insidie, perché i corridori troveranno proprio nell'ultimo chilometro quattro curve a gomito, che costringeranno a frenare e rilanciare l'azione per diverse volte, riducendo in maniera netta la velocità. Ciò significa spezzare il ritmo, a tutto vantaggio di coloro che non sono specialisti. Insomma, ci troviamo al cospetto di una cronometro da prendere con le molle, ingannevole e che potrebbe dar vita a risultati a sorpresa.
Altro fattore da non sottovalutare è il giorno di riposo che precede la prova contro il tempo, ad accrescere ulteriormente le incognite. Molti potrebbero soffrire lo sforzo breve, ma intenso, dopo la giornata di pausa e non rendere al meglio. Difficile indicare un favorito e altrettanto complicato capire chi fra gli uomini di classifica potrà avvantaggiarsi. Sulla carta, una tappa che sorride a Chris Froome, ma il Britannico non è al top della condizione e i tratti guidati potrebbero penalizzarlo più di altri. Le sue incertezze nella guida potrebbero venir fuori nei chilometri finali, facendogli perdere secondi preziosi. Gli altri big sembrano tutti sullo stesso livello e con ogni probabilità si vedrà una lotta sul filo dei secondi. La resa dei conti per la maglia roja è rimandata alle montagne.
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