Gli sprechi diventano show da applausi

Gli sprechi diventano show da applausi

«Si potrebbe anche continuare», azzarda dopo più di un’ora di spettacolo. E difatti continua. Un respiro, un po’ di fiato e via con nuovi aneddoti tratti dal repertorio degli sprechi regionali. Salendo da Genova a Ronco Scrivia lunedì sera il termometro è sceso di 10 tacche sfiorando lo zero. È lì, tra resti di cumuli di neve ai bordi delle strade, che il consigliere regionale Gianni Plinio ha mandato in ebollizione i ronchesi che hanno riempito il cinema Colombia. In programma un classico dell'animazione politica. Con la presenza straordinaria del candidato governatore Sandro Biasotti, del senatore Giorgio Bornacin, della candidata sindaco di Ronco Scrivia, Rita Crosta, e del caporedattore dell'edizione genovese del Giornale Massimiliano Lussana, è andata in onda la presentazione dell'ormai famoso libro «Gli sprechi della sinistra» di Gianni Plinio. Un incontro con l’autore che ha fatto il tutto esaurito in un paese «che proviene da 60 anni di amministrazione di sinistra», interviene dal pubblico Antonio Coppola. E non erano semplici curiosi visto che «questa sera l'indice di permanenza del pubblico è degno dei grandi eventi», commenta Lussana. Per oltre due ore, infatti, non uno spettatore che sia uscito dalla sala. Tutti inchiodati alle sedie ad ascoltare Plinio mentre in piedi allunga il collo e fa il tipico canto dell'Ululone dal ventre giallo («uuuh... uuuh...»), la specie di rana che nel dicembre 2009 ha ricevuto 79 mila e 700 euro per un progetto di tutela. Ridere per non piangere? E la gente ride tra gli applausi al mattatore, showman della Valle Scrivia per una sera. Esuberanza del carattere. A cominciare dalla candidata sindaco del centrodestra Rita Crosta, «donna del fare» si definisce, che sfiderà il sindaco uscente Simone Franceschi. Il programma si ispira a una immagine del Touring Club degli anni ’40 che definiva Ronco Scrivia «una amena località di villeggiatura al di là dei Giovi». D'altra parte se «le elezioni regionali possono rappresentare un volano anche per i comuni», spiega Lussana, «non bisogna dimenticare che queste sono anche elezioni politiche», ha avvertito Bornacin ricordando come «il governo D'Alema è caduto proprio dopo una sconfitta alle amministrative». «Sono qui per sostenere chi vuole buttare giù l'ultimo straccio rosso che sventola sulla torre di questo Municipio», cavalca tra gli applausi Plinio.

Che si guadagna un aneddoto: «Quando sono andato in Regione nel 2000 - racconta Biasotti che per essere sul palco del Columbia lunedì ha abbandonato per un'ora l'incontro con gli industriali e col ministro Claudio Scajola - non conoscevo bene Plinio che con quel carattere aveva ottenuto oltre 9 mila preferenze ed era stato il più votato. Non sapevo dove metterlo e l'ho nominato presidente del consiglio regionale dove, invece di parlare, doveva dare la parola. Ha resistito 2 anni e poi è venuto da me e mi ha detto “non ce la faccio più”».

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