Roma - Ancora polemiche sul caso Boffo e sulla libertà di stampa. In mattinata il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva accusato duramente la sinistra: "Intendono la libertà di stampa come libertà di insulti, diffamazione, calunnie. Il diritto alla riservatezza è violato sistematicamente dalla sinistra". Immediata la reazione dell'opposizione che accusa il premier di "dittatura". Ma Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, ribatte: "Tutti contro uno".
Franceschini: "Attacco che ricorda il fascismo" "Con i suoi attacchi alla stampa Berlusconi ricorda molto da vicino il fascismo", ha commentato il leader democratico, Dario Franceschini, a margine di un incontro elettorale a Mogliano Veneto. "Era un pò - ha aggiunto il segretario del Pd - che Berlusconi non usava il ritornello dei cattocomunisti. Lui pensa che questa definizione sia un’offesa ma non sa, o finge di non sapere, che i comunisti italiani si sono battuti assieme a persone di altre culture politiche, fra cui la mia, per riconquistare la libertà nel nostro paese, per sconfiggere il fascismo che lui invece ricorda così da vicino con questi attacchi alla libertà di stampa".
Di Pietro: "Dittatore di ritorno" "Berlusconi è un dittatore di ritorno: come ieri si usava l’olio di ricino, oggi usa le veline contro i suoi avversari per poterli isolare", ha subito attaccato Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, commentando le aprole del presidente del Consiglio sulla libertà di stampa. "Contro questa dittatura di ritorno - ha aggiunto l'ex pm - bisogna organizzare una resistenza democratica".
Casini: "Il dopo Berlusconi è già iniziato" "Vogliamo essere protagonisti e costruire una Italia diversa, perché è chiaro che il dopo Berlusconi è già cominciato. Alla fine di questa legislatura capiremo se sarà possibile costruire una proposta di governo che si emendi dal populismo e dal radicalismo ideologico. Che finiscono, peraltro, per degenerare in fenomeni razzisti", ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, a cui non piace l’espressione "emergenza democratica" quando si parla di potere e informazione ma, spiega, "io vorrei un Paese in cui le persone come me possano continuare a dissentire da Santoro. Non un Paese nel quale si spenga la voce di Santoro. Chi ha cento voti di maggioranza in Parlamento deve governare il Paese e confrontarsi con le questioni poste dall’opposizione. Qui un giorno si attacca l’Unione europea, il giorno dopo si portano in tribunale i giornali, il terzo magari ci deliziamo con Putin e con Gheddafi. Un delirio di uno contro tutti che finisce per essere autolesionistico per l’Italia e per lo stesso presidente del Consiglio. Mi chiedo che tipo di epilogo politico rischia di avere questa legislatura, partita all’insegna del bipartitismo e dell’autosufficienza e già impantanata".
La replica di Bondi a Casini "Mi dispiace che Casini esprima un giudizio sulla situazione politica italiana che, a mio avviso, non corrisponde alla realtà. Ritengo infatti che più che 'uno contro tutti', la storia di questi ultimi quattordici anni si possa riassumere invece nel motto 'tutti contro uno'". Bondi parla di "una azione che ha provocato e continua a provocare attacchi e cambiamenti violenti e dolorosi". "Per il resto, grazie a Dio il coraggio e lo scudo rappresentato da Berlusconi consente ad una forza come il Pdl di continuare ad essere l’interlocutore principale del mondo cattolico e di crescere come una forza garante della democrazia in Italia".
Famiglia cristiana: "Criticare è un diritto" L’attacco all’ormai ex direttore di Avvenire Dino Boffo è un "brutale attacco alla libertà di critica", secondo Famiglia cristiana, che, in un editoriale del numero in edicola questa settimana, sostiene: "Criticare sui giornali gli atti di un Governo è e resta un carattere irrinunciabile della democrazia".
"La domanda legittima è questa", afferma Beppe Del Colle in riferimento alla presunta informativa usata dal ’Giornalè di Vittorio Feltri per attaccare Boffo: "Chi ha confezionato quel documento, ma soprattutto chi se ne è servito per suscitare una polemica estremamente delicata, si è reso conto che coinvolgere direttamente e scioccamente la Chiesa in un evidente conflitto con lo Stato - che né la Chiesa né lo Stato possono permettersi per non tornare indietro di un secolo - è un`offesa al bene comune di un Paese che di ben altre questioni deve discutere nelle sedi giuste? In ogni modo, se si tratta di un`intimidazione o di avvertimento, sia ben chiaro che criticare sui giornali gli atti di un Governo, senza scendere in sconci pettegolezzi di natura personale - conclude Famiglia cristiana - è e resta un carattere irrinunciabile della democrazia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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